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Gabriella Parisi
Cari Lettori,
oggi è il mio turno, qui su questa rubrica, per darvi i consigli di lettura per l’estate. Spero che vi siano utili. Cercherò di variare con i generi, in modo da accontentare tutti i gusti e per consentirvi di leggere diverse tipologie di libri ovunque vi troviate, al mare, in montagna... o in città!
Comincio subito col parlarvi di una trilogia fantasy che — pur essendo consistente in quanto a numero di pagine — si legge tutta d’un fiato. È nata dalla fantasia di una scrittrice italiana che si chiama Cecilia Randazzo, in arte Cecilia Randall. Molti di voi avranno capito che sto parlando di Hyperversum. Questa trilogia parla di un gruppo di ragazzi che, giocando con un videogame online (Hyperversum appunto), si trovano improvvisamente catapultati nella Francia e nell’Inghilterra Medievale, precisamente nel 1214. Qui vivranno numerosissime avventure, mentre cercheranno un modo per riuscire a tornare indietro…
— Hyperversum (2006)
— Il falco e il leone (2007)
— Il Cavaliere del tempo (2009)
Sito della trilogia
Passiamo ora ai gialli. Ho recentemente letto il dodicesimo caso della serie ambientata nella Roma Imperiale di Lindsey Davis, Ode per un banchiere. Questa serie di Marco Didio Falco Investigatore è davvero una gradevolissima lettura per queste lunghe giornate d’estate. E se non avete ancora letto nessuno di questi gialli, vi consiglio il primo, Le miniere dell’imperatore.
Autore: Lindsey Davis
Titolo: Le miniere dell’imperatore
Titolo originale: The Silver Pigs
Traduzione di I. Piccinini
Casa Editrice: Il Saggiatore
Data Pubblicazione 2010
Pagine 314
Prezzo € 9,00
Trama: Roma, A.D. 70. La città langue sotto lo spietato sole d'agosto. Marco Didio Falco, investigatore privato di simpatie repubblicane, non ha molte prospettive e tira avanti sopperendo con l'ironia alla cronica mancanza di denaro. Un giorno, nel Foro, si imbatte in Sosia Camillina, una fanciulla in fuga da due loschi personaggi che hanno cercato di rapirla. Aiutandola, Falco scoprirà un traffico di lingotti d'argento le cui tracce lo portano fino alla lontana Britannia. Ma conosce anche la bella e intelligente Elena Giustina, figlia di un senatore, che lo aiuterà nelle indagini. Un giallo storico, ricco di spunti ironici e un personaggio che ricorda un Philip Marlowe dell'antica Roma.
Se non disdegnate un thriller psicologico (con questo caldo qualche brivido è piacevole, vero?), vi consiglio L’estate di Katya di Trevanian, non solo per il titolo, evidentemente estivo, ma anche perché sono certa che lo leggerete tutto d’un fiato.
Autore: Trevanian
Titolo: L'estate di Katya
Titolo Originale: The Summer of Katya
Traduzione di Luciana Bianciardi Di Chiara
Casa Editrice: Bompiani (Collana Narratori Stranieri)
Pagine: 224
Prezzo: € 17,00
Data pubblicazione: gennaio 2012
Trama: Nell’estate dorata del 1914, quella che precede immediatamente lo scoppio della Prima guerra mondiale, Jean-Marc Montjean arriva nel piccolo villaggio francese di Salies come assistente del medico del paese. Montjean viene avvicinato da una ragazza attraente e piuttosto disinibita per i costumi del luogo, Katya. Da lei riceve, in modo alquanto inconsueto, il primo incarico professionale: curare suo fratello gemello Paul, caduto dalla bicicletta e dolorante a un braccio. Il giovane Jean-Marc, ingenuo e volenteroso, fa così la conoscenza dei gemelli Treville, Katya e Paul, di cui molto si parla in paese senza che vi siano però notizie certe. L’intera famiglia Treville è avvolta dal mistero: vengono da Parigi, pare siano fuggiti ma non si sa bene perché; vivono fuori dal paese, in una casa di campagna, con il solo padre, immerso completamente nei suoi studi storici. Man mano che frequenta casa Treville, Jean-Marc, pur avvertendo un oscuro Segreto, non può fare a meno di innamorarsi della splendente e sfuggente Katya e, allo stesso tempo, di suscitare l’inquietante e morbosa reazione di suo fratello gemello Paul. Quando Jean-Marc viene a sapere che i Treville stanno per lasciare per sempre il villaggio, tutto subisce una impetuosa accelerazione. E i segreti che sino ad allora erano rimasti inespressi trasformeranno quella che sembrava una promettente storia d’amore in un incubo.
Infine un classico. Posso proporre Jane Austen? Noooo? (Leggetela, leggetela!) D’accordo, vi propongo allora La fiera delle vanità di William Makepeace Thackeray, vista la mia passione per il periodo Regency e le guerre Napoleoniche. Thackeray riesce a essere ironico quasi quanto… Jane Austen!
Reese Witherspoon in Vanity Fair 2004
Autore: William Makepeace Thackeray
Titolo: La fiera delle vanità
Titolo originale: Vanity Fair
Data Prima Pubblicazione: 1848
Trama: "La Fiera delle Vanità" è unanimemente considerato il capolavoro di William Makepeace Thackeray, nonché uno dei più notevoli romanzi dell'Ottocento inglese. Pubblicato a fascicoli mensili tra il 1847 e il 1848 (e subito dopo in volume), ottenne in breve un successo talmente clamoroso da impensierire Charles Dickens, fino allora beniamino incontrastato del pubblico anglosassone. Con straordinaria abilità, Thackeray dipinge un vasto affresco della Londra dei primi anni del secolo, caustico e spietato quanto preciso ed efficace: una Londra rievocata con grande gusto scenografico, sterminato palcoscenico rigurgitante di personaggi corrotti e immorali, stupidi e irresponsabili, perfidi e intriganti, volgari e prepotenti, rappresentati con feroce accanimento nei loro vizi e nelle loro sordide meschinità.
E poi… ce ne sarebbero a centinaia, che dico, a migliaia… Ma li riservo per il prossimo anno.
Una buona estate a tutti, con tante buone letture!
Gabriella