I controlli del Corpo Forestale dello Stato in Appennino: cos’è successo sul Passo del Muraglione?

Da Motonews24 @Motonews24

Comunicato stampa del Coordinamento Italiano Motociclisti:

In seguito ai controlli fatti dal Corpo Forestale dello Stato sulla statale del Muraglione sono state contestate, lo scorso 20 luglio, un gran numero di contravvenzioni. Dai comunicati stampa redatti dal Comando di Arezzo sembrerebbe che questi controlli siano stati svolti con modalità diverse da quelle (che contestammo) utilizzate lo scorso anno.

Ma sui social network i motociclisti scrivono cose contrastanti. E che non sempre corrispondono a ciò che è riportato sul sito del Corpo Forestale.

Un utente del nostro sito web ci scrive: “Sabato 20 luglio mentre salivo il muraglione ho trovato una macchina che procedeva a 30 km orari appena sopraggiunta per passarla in un punto di dritta (ma sempre con striscia continua) l’auto accelerava per poi rallentare di nuovo e farmi passare (al km 133) questo perchè li potevano contestarmi la prossimità di una curva anche se aperta. Dopo 2 km mi hanno fermato al posto di blocco.”

La descrizione di come si sono svolti i controlli è decisamente differente, e ci piacerebbe capire cosa sia effettivamente avvenuto, considerando anche il fatto che sul sito del CFS è prima apparso un articolo che è stato successivamente modificato.

Constatando le differenze nella descrizione dell’avvenuto, il CIM lancia un appello ad altri motociclisti che vogliano inviare la loro versione dei fatti, scrivendo una e-mail a segreteria@cim-portale.it

Il CIM rispetta ogni Istituzione dello Stato, compreso ovviamente anche il Corpo Forestale dello Stato. Ma i comportamenti sono dettati dalle persone, da esseri umani, ed è noto che gli esseri umani non sono infallibili. Riteniamo che sia importante che i cittadini italiani rispettino le istituzioni, ma troppo spesso le istituzioni hanno comportamenti che le allontanano dalla popolazione, rendendole invise e creando inutili conflitti tra Stato e Cittadini.

Dai resoconti delle azioni svolte dal CFS si ha una immagine decisamente poco piacevole dei motociclisti. Anche i motociclisti sono esseri umani, a loro volta sbagliano e non tutti rispettano in modo preciso il CdS, ma riteniamo si debba fare attenzione a non generalizzare, dato che i motociclisti che guidano correttamente ci tengono a loro volta ad essere rispettati. Non ci interessano quindi le proteste generiche che leggiamo sui social network, vogliamo dei dettagli, e diamo quindi la possibilità ai motociclisti di dire la loro.

Tutto questo per cercare di fare qualcosa per migliorare il rapporto tra istituzioni e cittadini. Ci piacerebbe avere una versione unica su cosa avviene sulle strade dell’Appennino, perché si possa continuare a vedere gli agenti delle forze dell’ordine come degli amici che tutelano la nostra sicurezza e non vengano demonizzati come rigidi sanzionatori.

Ed è per questo che ci farebbe piacere quindi ricevere anche il punto di vista del CFS, dato che riteniamo che il dialogo tra cittadini (in moto e non) e istituzioni sia più proficuo di una attività basata su controlli e contravvenzioni a raffica. E l’auspicio è che, magari, l’atteggiamento del Comando di Arezzo del CFS sia diverso rispetto a quello tenuto lo scorso anno, quando ad una nostra ‘lettera aperta’ a tutte le Istituzioni, l’unica risposta fu un comunicato alla stampa nel quale si annunciava la ‘segnalazione’ del CIM alla Procura della Repubblica per verificare se ci fossero gli estremi per una diffamazione nei confronti del Corpo.

Il CIM è una associazione di promozione sociale impegnata da oltre vent’anni nella tutela dei diritti dei motociclisti. Siamo da sempre per un uso responsabile della motocicletta, i limiti e le prescrizioni vanno rispettati, ma chiediamo con forza che questi siano comprensibili ed accettabili.
Se da una parte, quindi, abbiamo sempre sostenuto che chi utilizza le strade statali come se fossero piste private, oltre a mettere a repentaglio la sicurezza altrui (oltre che la propria) discredita la categoria dei motociclisti, e per questo motivo riteniamo che dovrebbero essere fermati, identificati e correttamente sanzionati, riteniamo che imporre limiti esageratamente bassi, o chilometri e chilometri di divieto di sorpasso senza soluzione di continuità, serva solo a rendere impossibile percorrere una strada rimanendo all’interno delle ‘regole’ anche per chi non abbia comportamenti realmente pericolosi.
E riteniamo che anche i controlli debbano essere tesi a colpire gli indisciplinati, non all’indurre in infrazione tutti gli utenti delle due ruote.


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