I coralli di Trapani visti dall'Accademia Euromediterranea

Creato il 14 marzo 2013 da Harimag


Martedì 12 marzo 2013. Noi di Harimag entriamo in classe per una comunicazione inerente l’incontro di venerdì 15 con il designer Tito D’Emilio e... l’aula è vuota!

Ma dove sono finiti i ragazzi del corso di gioiello?

Dopo qualche ora tornano in Harim Accademia Euromediterranea.  Sono raggianti. 

Ragazzi, ma dove siete stati? Ci risponde Sanad: Siamo stati con la professoressa Maria Teresa Di Blasi alla Fondazione Puglisi Cosentino dove abbiamo visto esposti i coralli di Trapani provenienti dal Museo Regionale Pepoli di Trapani.”

“Che bello!” esclamo, e poi chiedo: “Scusate l’ignoranza, ma perché proprio Trapani?”, e Fabiana inizia a raccontarmi che la città di Trapani rinacque con la dominazione degli Arabi i quali, a partire dall‘827, iniziarono l’occupazione della Sicilia segnando profondamente la città con la loro presenza, nell’architettura, nell’agricoltura, nell’arte, nella lingua, nella cultura. 

“Infatti il museo illustra, attraverso le collezioni private di pittura e di scultura del Conte Agostino Pepoli, lo svolgimento delle arti figurative nel territorio trapanese con particolare riferimento alle arti decorative ed applicate, nelle quali la città di Trapani primeggiò, soprattutto per quanto riguarda il settore delle opere in corallo, della maiolica, degli ori, degli argenti e della scultura presepiale.” ci spiegano Rosa e Giovanna.

E Noemi aggiunge: “I corallari trapanesi dal XV al XVII sec. diventarono famosi per la loro bravura in tutto il bacino del Mediterraneo realizzando gioielli, oggetti sacri, cornici e i celebri presepi dove il corallo è ulteriormente impreziosito da oro, argento, smalti e pietre preziose.”

“Sai?” ci dice una contentissima Roberta: “I pescatori di corallo, che abitavano nell'odierna via Corallari, pescavano nei banchi corallini scoperti antistanti alla città ma arrivavano a spingersi fino alle coste dell'Africa e, quando tornavano in porto, vendevano i coralli a mercanti e artigiani che li trasformavano in opere d'arte. Ce lo ha detto la prof.ssa Di Blasi. Vedere la mostra con lei è stato bellissimo, lei è il <<cuore della cultura>> secondo me, è bravissima!”

"Saranno state meravigliose queste opere d’arte!", ci viene da chiedere.

“Purtroppo non era possibile fare delle foto ma guarda questa immagine!” mi risponde Michele mostrandomi un crocifisso: “La sua realizzazione è attribuita a un importante corallaro trapanese, fra' Matteo Bavera, minore francescano. È singolare per essere stato ricavato (fatta eccezione per le braccia) da un unico ramo di corallo di inconsuete dimensioni. Fissato a una croce di ebano, che reca intarsi di tartaruga e madreperla, il crocifisso risulta splendido per le fattezze anatomiche e per l'espressione del volto.”

Pazzesco, vero?

Un ringraziamento particolare da Harimag agli studenti di primo anno in Design del gioiello che ci hanno concesso quest'intervista! 


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