Se la preistoria, The Adventure of Andre & Wally B. (1984), con sottofondo rossiniano, rappresenta un delizioso divertissement, non c'è dubbio che tutto sembra partire davvero con Luxo Junior, (del 1986). Qui vi si presenta il personaggio della piccola lampada da tavolo, che campeggia nel logo animato della stessa Pixar, mentre saltella sulla I, fino a schiacciarla e a guardare spaurita la folla di spettatori. Nel filmato originario, però, la piccola gioca con la madre (o con il padre, non sono esperto del sesso degli oggetti sulle scrivania) in uno spassosissimo incontro di forme e di sguardi umanissimi. Decisamente, questi sono personaggi, hanno carattere e personalità da vendere, non stupisce che facciano epoca.
Tuttavia, proprio questo episodio di Luxo Junior vanta anche altri meriti: in particolare quello di aver dato l'avvio a un più fluido rendering (algoritmo matematico alla base della definizione di forma, colori e ombre). La caratteristica - delle lampadine da tavolo - di essere contemporaneamente personaggi e fonti di luce è stata una sfida che rappresenta un punto di non ritorno nella possibilità di sviluppo di atmosfere, di una storia, di controstorie. Tale evoluzione trova compiutezza ne Il sogno di Red (1987), che - colmo di pathos - racconta la storia di un monociclo, in sconto in un negozio di giocattoli, alle prese con il sogno frustrato di un protagonismo irrealizzabile e con la dura necessità di tornare al suo angolino piovoso, dimenticato da tutti.
Il gioco di Geri (1999) me l'ha citato, qualche giorno fa, un mio alunno ed è la ragione per cui oggi ho rivisto questo dvd. Racconta la storia di un vecchietto che gioca da solo a scacchi, impersonando entrambi gli avversari, e si può considerare uno studio sul movimento: non è il mio preferito, ma ha una resa cromatica di sicuro effetto e la malinconia consueta alla sottotrama dei corti Pixar raggiunge qui una certa vibrazione poetica. Amo senz'altro di più Pennuti spennati (2000), un delizioso divertissement, anch'esso sul movimento, che coinvolge tanti piccoli uccellini alle prese con un filo della luce piuttosto elastico e con la difformità di un volatile ben più voluminoso di loro. Corto di carattere umoristico, Pennuti spennati presenta tuttavia caratteri ben delineati e affonda nelle dinamiche sociali metropolitane con una certa sorridente cattiveria.
Spassosissimo, ma niente più che supplemento a Mosters & Co., va considerato La nuova macchina di Mike (2002), dove i caratteri emergono più della storia in sé, gioco circense di esseri indifesi a contatto con la tecnologia. Più sofisticato, sia nella ricerca su movimento, luce e colori, sia nel testo in rima, L'agnello rimbalzello (2003). Sebbene lo trovi sinistro per l'invito all'accettazione del proprio destino di vittima, il corto in questione si offre come invito alla saggezza. Nell'insieme funziona, ma mi pare che manchi in modo inquietante di quell'introspezione che invece è patrimonio solido di altri corti. Spin-off de Gli incredibili, Jack-Jack Attack (2005, per la regia di Brad Bird) presenta una baby-sitter alle prese con un bimbo quasi indemoniato, in un clima da interrogatori e guerra fredda.
Non so quale strada prenderà adesso il corto. Il dvd, nonostante i commenti, non apre al futuro. Però mi piacerebbe che il genere rimanesse a sé stante, un luogo di sperimentazione, un'occasione per superare le ambasce e le strettoie della narrativa contemporanea e le banalità del moralismo di molti cartoni animati. Che, insomma, dopo aver sperimentato forma e storia, attraverso la tecnologia si arrivasse a una nuova e più autentica definizione di umanità e di morale, aperta alla vita e alla speranza.