Oculus Rift e la VR sono delle invenzioni bellissime, ma non sostituiranno mai i film, o almeno così la pensano due leggende degli effetti speciali.
Parlando alla Web Technology Conference, il mago della pellicola Tim Webber, che ha sempre lavorato per Framestore, e John Underkoffler, creatore della famosa interfaccia del film Minority Report, hanno spiegato la loro visione di cinema, facendo alcune previsioni anche sul futuro della realtà virtuale e della realtà aumentata.
Durante la progettazione dell'aspetto dei pc di Minority Report, ambientato nel 2054, il regista Steven Spielberg ha fatto ben capire di non voler vedere mouse.
Underkoffler però ha sottolineato:
"Tutti sappiamo come puntare."Oggi, la società di Underkoffler, Oblong, ha trasformato l'interfaccia a controllo gestuale in realtà, creando un prodotto chiamato Mezzanine.
Underkoffler descrive la filosofia che ispira l'interfaccia:
"Se tu avessi di fronte un compito enorme da affrontare, avresti bisogno di qualcosa di grande per lavorare. Per un'immensa immagine forense che ha il compito di riordinare i sogni delle persone come nel film, ci sarebbe bisogno di un computer avanzatissimo, e sarebbe bello poterlo controllare tramite i gesti, come un direttore d'orchestra. Una delle prime cose che abbiamo fatto a Oblung è stata quella di costruire un sistema per modificare un film, afferrarne un fotogramma e trascinarlo verso il basso sul tavolo di composizione."
L'interfaccia gestuale di Minority Report è solo uno dei tanti effetti speciali del cinema che sono diventati reali. L'interazione tra finzione e realtà è sempre stata molto frequente.
Arthur C. Clarke aveva previsto dei satelliti dedicati alla comunicazione e trent'anni dopo sono stati effettivamente inventati.
Minority Report potrebbe aver anticipato un'era di gesti e tocchi, ma Underkoffler pensa che il ruolo maggiore lo avranno i dispositivi mobile. Dice che vorrebbe vedere un maggior livello di interazione tra i cellulari e i grandi schermi, in modo da far scorrere le funzioni dell'uno nell'altro.
Aggiunge Underkoffler:
"Il linguaggio cinematografico in 120 anni si è evoluto tanto. E se fosse possibile creare un'interfaccia in grado di ricreare le sensazioni del cinema? Esso é rimasto un mezzo a senso unico per 120 anni , ma se fosse a doppio senso?"
Tim Webber, direttore creativo della società londinese Framestore, ha lavorato per innumerevoli titoli famosi, come "The Dark Knight", "Harry Potter" e "Avatar":
"La più grande sfida della società finora è rappresentata dal film "Gravity", in cui viene simulata l'assenza di gravità all'interno della stazione spaziale. È stata una sfida colossale e c'è un motivo se in molti film si mostrano soli pochi secondi relativi a queste scene. Grazie agli effetti speciali sappiamo ricreare il fuoco, sappiamo ricreare l'acqua, la prossima grande sfida è ricreare un essere umano credibile. Soprattutto bisogna capire in quali casi ricreare degli esseri umani in CGI quando si dispone di attori in carne e ossa."Nel frattempo, Framestore sta lavorando anche su altre tecnologie, tra cui un dispositivo per la realtà aumentata che, secondo Webber, assomiglia al messaggio in ologramma della Principessa Leia in Star Wars. Entrambi i maestri degli effetti speciali concordano sul fatto che realtà aumentata e virtuale hanno un futuro che si avvarrà dell'esperienza fatta in campo cinematografico. Nessuno dei due però pensa che queste nuove tecnologie possano segnare la fine del grande schermo.
Webber sottolinea:
"La realtà virtuale e realtà aumentata non avranno effetto sul cinema. I tradizionali film hanno raccontato al pubblico la storia, ma non gli hanno mai permesso di esplorarla. Credo che AR e VR seguiranno percorsi paralleli, non lontani ma con ruoli diversi. Sono esperienze differenti, ma c'è spazio per ciascuna di esse."Underkloffer infine sostiene che Oculus Rift è fantastico, ma proprio perché si tratta di un'esperienza molto diversa dal cinema gli piacerebbe vedere una versione cinematografica e una versione in VR della stessa storia, e magari legare insieme le due cose.