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I crimini del Brigantaggio “politico”.La barbara uccisione de vescovo Francesco Serrao e del suo vicario.

Creato il 13 febbraio 2014 da Catreporter79


Vescovo Serrao

Noto tra fedeli e concittadini per la sua rettitudine morale, la sua magnanimità e la sua vasta erudizione, durante la guerra del 1799 il vescovo di Potenza Francesco Serrao decise di assumere alcuni briganti calabresi per proteggere la sua città dalle bande sanfediste che all’epoca seminavano morte e distruzione (al pari di altre fazioni) nel meridione italiano. I briganti, guidati da tali Capriglione e Falsetta, passarono tuttavia ben presto dalla parte borbonica, decidendo di sbarazzarsi del mite prelato. Pochi giorni dopo l’arrivo della banda, Capriglione fece così irruzione nella stanza da letto di Serrao urlando: “Monsignore, il popolo vuole la vostra morte.” “Benedico il mio popolo”, fu la risposta del Vescovo, che subito dopo stramazzò a terra, colpito alla fronte da un proiettile sparato dal brigante. Non paghi del gesto, gli uomini di Capriglione e Falsetta si abbandonarono alle più efferate rappresaglie ai danni del clero potentino, colpendo, tra gli altri, anche il vicario di Serrao, barbaramente ucciso mentre pregava con il crocifisso tra le mani. Molte furono le tesi sul tradimento della banda, ma la più accreditata vuole che dietro il complotto vi fosse un prete, tal Angelo Felice Vinciguerra, desideroso di vendicarsi del Vescovo da cui era stato ripreso per la sua condotta sessuale non consona ai dettami cristiani. Non molto tempo dopo, Angelo Felice Vinciguerra si unì al gruppo dei briganti.



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