Come riportato dal Guardian e dall’Independent, oltre il 70 per cento delle Organizzazioni non governative (Ong) presenti alle Nazioni Unite sono cristiane e quindi il cristianesimo sarebbe sovra-rappresentato rispetto alle altre religioni: inoltre il Vaticano gode dello storico privilegio di osservatore speciale sia come Stato che come religione. La sproporzione verso i gruppi cristiani suggerirebbe di adottare un sistema più inclusivo.
Le altre religioni non sarebbero svantaggiate solo dall’essere sotto rappresentate ma anche dalla mancanza di fondi che andrebbe principalmente a Ong cristiane: a farne le spese sarebbero principalmente gli induisti ed i buddisti.
Il professore Jeremy Carrette ha dichiarato: «Sembra che ci debba essere una maggiore “buona volontà globale” per far funzionare il sistema dell’ONU per tutte le religioni allo stesso modo ed affinché le religioni inseguano e condividano alla stessa misura gli obiettivi delle Nazioni Unite per la pace e la giustizia. Il rapporto evidenzia che, mentre tutte le religioni sono rappresentate in qualche modo nel sistema delle Nazioni Unite per realizzare la pace, ci sono differenze strutturali e storiche che devono essere affrontate. Inoltre è dimostrato che anche le religioni costituiscono una parte importante della politica globale internazionale e che in un mondo globalizzato bisogna stabilire una nuova convenzione pluralista per la parità di accesso di tutte le religioni nel sistema delle Nazioni Unite».
Nonostante le loro piccole dimensioni, alcune Ong di ispirazione religiosa – che rappresentano il 7,3 per cento totale delle Ong che godono dello status consultivo presso l’Onu - possono avere una grande influenza: ad essere più attivi sono i cattolici, i quaccheri ed i gruppi di fede Baha’i che hanno avuto il più alto numero di incontri con diplomatici delle Nazioni Unite.
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