Un libro. Una missione da compiere. Vinci e diventa
Agente dei Custodi. È il nuovo
gioco online della casa editrice
Corbaccio, che pubblicherà, il prossimo
17 maggio, il romanzo di
Damian Dibben, sceneggiatore inglese, "
I Custodi della storia". Intanto si comincia a giocare! Siete tutti invitati a prendere parte alla missione che eleggerà un unico vincitore: l'Agente dei Custodi. Giocare è facile:
8 indizi, uno nuovo ogni 48 ore. Risolvendo i giochi e gli indovinelli, procederete nel gioco. Ma è una corsa contro il tempo. Perché solo uno potrà diventare l'Agente. Come? Scopritelo sulla
pagina facebook. Vi annuncio che questo blog ospiterà uno degli indizi, quindi non perdetevelo! Per adesso ho già detto troppo. Ci aggiorniamo prossimamente. Intanto, vi presento Damian Dibben e il suo "I Custodi della storia", avventuroso
romanzo fantasy in via di pubblicazione in oltre 30 paesi.
Immagina di aver perso la tua famiglia
Non solo nello spazio, ma anche nel tempo…
I
genitori di Jake Djones sono scomparsi: potrebbero trovarsi in
qualsiasi punto del tempo e dello spazio. Perché alcuni membri della
famiglia Djones custodiscono un segreto incredibile: fanno parte dei
Custodi della Storia, una società segreta che viaggia attraverso i
secoli per impedire a nemici diabolici di mescolare le epoche e farne
addirittura sparire alcune.
Alla ricerca dei suoi, Jake si trova
catapultato dalla Londra del terzo millennio alla Francia dell’Ottocento
alla
Venezia del Cinquecento e si ritrova infine a Punto Zero, il
quartier generale della società dove conosce un gruppo di straordinari
agenti e viene a sapere della famiglia Zeldt e dei suoi piani per
distruggere il mondo così come lo conosciamo…
Il passato è in pericolo
Solo Jake Djones può salvarlo!
E abbiamo in anteprima anche l'
incipit del romanzo.
«La notte in cui Jake Djones scoprì che i suoi genitori si erano
perduti in qualche punto imprecisato della storia fu la più tempestosa
mai registrata. Era dal lontano e dimenticato uragano del 1703 che a
Londra non si vedeva un tempo simile, con scrosci di pioggia di
quell’intensità e venti tanto impetuosi.
Sul Tower Bridge, al
centro esatto del fortunale, una vecchia Bentley blu scuro attraversava
con qualche incertezza le acque rigonfie del Tamigi diretta alla sponda
nord. Aveva gli abbaglianti accesi e i tergicristalli che lavoravano
alla massima velocità sotto l’accecante cortina di pioggia.
Seduto
nervosamente sul grande sedile posteriore in pelle c’era una ragazzo di
quattordici anni con la carnagione olivastra, i capelli neri e ricci e
occhi intelligenti e coraggiosi. Il ragazzo portava l’uniforme di
scuola: giacca blu, pantaloni neri e scarpe di pelle piuttosto malconce.
Accanto a lui la sua vecchia cartella, colma di libri e quaderni. Nella
targhetta consunta era impresso a lettere dorate il nome, Jake Djones.
I
grandi occhi castani di Jake esaminavano le due figure oltre il vetro,
sul sedile anteriore. A sinistra era seduto un signore alto e sdegnoso,
con un serioso completo nero e un cappello a cilindro, a destra
l’autista in uniforme. I due confabulavano sottovoce, ma Jake non
avrebbe comunque potuto sentire cosa si dicevano per via del vetro.
Mezz’ora prima i due sconosciuti lo avevano rapito.»