Licia Troisi:
Autore: Licia Troisi
Serie: #
Edito da: Mondadori
Prezzo: 10,00 €
Genere: Ambiente, Fantasy
Pagine: 154 p. p.
Voto:
Trama:
Malva è una scintillante città di vetro e metallo circondata dalla foresta. Liana è pura, le strade sono pulite e gli abitanti vivono immersi negli agi. Ma sotto l’apparenza, scavata nelle profondità della terra, si nasconde la faccia segreta della città, soffocata dai miasmi tossici. Laggiù vivono i Drow, gli schiavi degli umani, che pagano il prezzo di quel benessere. E questo il mondo diviso in cui si muove il guardiano Telkar, mezzosangue cresciuto tra i privilegi, ma segnato dal marchio infamante dei Drow. E quando la tranquillità di Malva comincerà a essere turbata da morti misteriose, sarà lui a offrirsi per una missione quasi impossibile: scendere nella città sotterranea e scoprire il colpevole. Un viaggio nelle tenebre e nella paura, tra macchinari infernali e veleni, da cui Telkar uscirà completamente trasformato
Recensione:
Bisogna premettere che questo libro ha una vicenda editoriale particolare: viene pubblicato da Edizione Ambiente, all’interno di un’ iniziativa ambientalista e la Troisi affronta il tema dell’inquinamento industriale ponendo il problema in un contesto fantasy. Il libro risale al 2008 e si vede. Sebbene io ammiri molto la Troisi sia per il suo modo di scrivere fluido e piacevole, che per i suoi personaggi di solito ben articolati, leggendola ormai da tanti anni ho notato alcune congruenze tra i suoi libri. Il protagonista è sempre in qualche modo un “disadattato”, una persona che non riesce ad integrarsi con gli altri, che deve lottare per ottenere dei risultati e che è sempre alla ricerca del suo posto nel mondo, inoltre i protagonisti sono sempre cresciuti da una persona sola, se non proprio un genitore qualcuno che fa le sue veci.
Questo libro non è diverso da questo punto di vista, così troviamo Telkar, nato da uno stupro, mezzo uomo e mezzo Drow, cresciuta dalla madre e sempre impegnato a farsi accettare dagli umani come uno di loro. Per la prima volta l’autrice è alle prese con un protagonista maschile e non sono pienamente convinta del risultato. In Telkar , uomo forte e deciso, ritrovo molti tratti delle eroine tradizionali della Troisi ( forse anche perchè queste vestono panni tradizionalmente maschili), ma la sua riluttanza nell’accettare il suo aspetto e il tentativo di nasconderlo con trucco e tinte per capelli mi sembrano caratteristiche fin troppo femminili. E’ vero anche che la società in cui vive è una società dell’immagine dove tutto deve apparire ordinato e perfetto, anche a spese della Natura e di un intero popolo già ridotto in schiavitù.
A mio parere il romanzo è troppo breve per permettere l’approfondimento di altri personaggi che non siano il protagonista, tutto giro intorno a lui e al suo persorso di crescita e sebbene la Troisi ci tenga particolarmente a tracciare questa strada, a me più che un percorso sembra un salto nella consapevolezza della realtà. Telkar, che si improvvisa investigatore, trova nella sua indagine ben altro rispetto a ciò che cercava, trova le sue origini, il suo popolo, un posto per cui non deve lottare ma che è fatto apposta per lui, chiunque decida di essere. Così, in poche battute, quel mondo perfetto e pulito a cui tanto aveva aspirato, a cui aveva dedicato la sua vita e per cui era pronto anche a rischiarla, appare in tutta la sua corruzione mostrando la meschinità del suo popolo e il menefreghismo di quelle persone che avrebbero dovuto tutelate la Vita con la Giustizia.
La storia è scorrevole e si legge velocemente anche se certamente la Troisi non può essere definita una grande scrittrice di gialli: il colpevole viene subito individuato da un lettore attento e il finale è abbastanza scontato. Resta comunque una gradevole lettura firmata da una Troisi che precede la crescita avvenuta durante le Leggende.