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I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1

Creato il 26 agosto 2012 da Corradopenna

I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1Pochi medici sanno che alcune malattie apparentemente inguaribili si possono curare con l'estrazione di un dente che ne è la causa, e pochi dentisti sono disposti ad accettare che i denti devitalizzati possano essere un problema e che nel tempo possano divenire la causa nascosta di gravi malattie; in questo articolo di Lorenzo Acerra si forniscono le prove con tanto di citazioni bibliografiche; all'articolo orginali sono state aggiunte le scansioni delle copertine di alcune delle opere citate ed alcuni link per approfondire la conoscenza degli autori citati, di modo che non resti ombra di dubbio sulla serietà di tale studio. La bibliografia per esteso si trova nell'ultima parte dell'articolo oppure qui.

Articolo di Lorenzo Acerra 


I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1
Un problema molto comune nel diciassettesimo e diciottesimo secolo erano i denti consumati dalla carie che dopo qualche disagio sembrava che non dessero più fastidio e quindi venivano lasciati stare in bocca. Due autori del 700, il famoso Pierre Fauchard (1728) e il chirurgo generale dell'esercito inglese John Hunter (1771), segnalarono numerose guarigioni da reumatismi, malattie di occhi, orecchie e sistema nervoso ottenute grazie alla bonifica della bocca da questi denti. Anche il celebre Christopher William Hufeland (1762-1836) parlò di questo spiegando che una bocca sana, liberata dai denti con carie profonde era l'unica possibilità di arrivare a vivere a lungo.
Il Goethe (1749-1832) s'interessò agli insegnamenti di Hufeland dopo che una malattia che sembrava mortale fu risolta dall'estrazione di un dente infetto. Tutti i tentativi precedenti di terapia avevano fallito. Il Goethe visse altri 64 anni dopo quell'incidente, arrivò all'età di 83 anni completamente sdentato, seguendo perciò il consiglio di Hufeland di togliere i denti infetti man mano che si presentavano (Neuhauser 1982, Hufeland 1797). Un altro esempio sotto gli occhi di tutti è quello di Mozart (1756 - 1791) che un anno prima della sua morte ebbe alcuni ascessi dentali che non furono trattati con l'estrazione. Ciò ha forse potuto contribuire sia ad una recidiva dei reumatismi che al decorso estremamente sfavorevole della sua malattia. Mozart aveva ancora dieci denti al momento della sua morte, di cui tre denti con carie profonda, non estratti e nemmeno trattati (Bär C., "Mozarts Zahnkrankheiten", Acta Mozartiana 9, 1962, 3, pp.47-54). "Per secoli," scriveva John Hunter (1771), "i medici hanno dovuto prendere atto del fatto che i denti con la loro struttura particolare sono suscettibili di diventare la sede di piccole lesioni croniche infiammatorie localizzate che danno luogo a disturbi sistemici incredibilmente seri, anche quando localmente nella bocca il disturbo infiammatorio sembra quasi inesistente."
Nell'arco dei 150 anni che seguirono troviamo segnalate nella letteratura medica del tempo all'incirca 25.000 - 30.000 osservazioni simili, per esempio la guarigione da una sordità fulminante nel momento dell'eruzione di un dente del giudizio (J.G. Pasch 1775) e il ritorno del flusso mestruale in una donna che per anni non ne aveva avuto, ottenuto grazie all'estrazione di un dente con carie profonda (Willich 1778). Delaroche (1798) riportò un caso simile in una donna che soffriva di mestruo molto scarso con sintomi d'infiammazione gengivale dal lato destro, e ciò solo in corrispondenza dell'arrivo di queste scarse mestruazioni. Andando a valutare la salute della bocca, il medico scoprì dei denti cariati in profondità la cui estrazione fece anche scomparire definitivamente le anomalie del mestruo.

[vedi quanto scritto nei libri di M.G. MacNevin]
E arriviamo al 1801: epilessia, dermatiti, problemi digestivi, mal di testa e artriti venivano guariti con l'estrazione dei denti infetti dal Dr. Benjamin Rush, firmatario della dichiarazione d'indipendenza. Egli scriveva: "Le terapie delle malattie croniche diventano molto più soddisfacenti se vengono associate alla bonifica di tutti i denti infetti che uno trova nella bocca dei pazienti." Per esempio Rush ci dice che fu consultato dal padre di un giovane di Baltimore che soffriva di epilessia, subito si informò sui denti e risultò che molti di quelli sull'arcata superiore avevano carie profonde. La loro estrazione infatti portò ad una perfetta guarigione. Oppure la signorina A.C., affetta da reumatismo all'anca già da alcuni anni, aveva avuto di recente un grave peggioramento ed era comparso anche un leggero fastidio ad un dente. Rush prontamente le consigliò di far estrarre questo dente e fu così che i sintomi scomparvero del tutto. Rush era assolutamente entusiasta su tutta questa discussione che le patologie dei denti potessero rivelarsi così spesso la causa di malattie apparentemente inguaribili ed invocava a testimoni i numerosi autori che lo avevano preceduto.

I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1
Uno dei primi sforzi "moderni" di classificare la scienza dentale risale ad un importante chirurgo tedesco, Fabricius Hildanus (1560-1634), che nel suo manuale segnalava centinaia di testimonianze di emicranie e malattie sistemiche che erano state guarite estraendo denti cariati in profondità, laddove tutti i rimedi usati in precedenza non avevano apportato il benchè minimo beneficio. Nicolas Tulp (1593-1674), un rinomato medico di Amsterdam esperto di anatomia, osservò che le malattie dei denti potevano dare origine alle conseguenze più nefaste, persino essere causa di morte. Dopo di lui Charles St. Yves (1667-1733), Marcello Malpighi (1628-1694) e Frederik Ruysch (1638-1731) si distinsero per le loro indagini sui denti e le loro osservazioni che i denti malati potessero diventare la causa di vari tipi di patologie nell'organismo. Stiamo parlando dei più illustri medici dell'epoca. Nathaniel Highmore (1630-1690) descrisse parecchi casi di sinusiti che guarivano dopo l'estrazione di denti con carie profonde. Christopher Schelhammer (1649 -1719), che fu professore di anatomia in diverse università tedesche, specializzato in malattie delle orecchia, notò che poteva assicurare una guarigione solo a quei pazienti che accettavano di curare le carie superficiali ed estrarre i denti con carie troppo profonde.  
I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1
Giorgio Baglivi, medico di Innocente XII e Clemente XI, autore di manuali medici famosissimi, osservò nel suo Canone di Medicina: "Le persone i cui denti hanno un cattivo odore o che hanno cambiato colore nonostante i lavaggi giornalieri, hanno sempre una debolezza della funzione dello stomaco, quasi sempre una tendenza all'indigestione, mal di testa dopo i pasti, una salute generale poco soddisfacente e una tendenza al malumore. Se impegnati nello studio o negli affari, queste persone sono impazienti ed irritabili, oppure vittime di episodi di capogiri. Le frequenti indisposizioni di stomaco danno loro sonnolenza, risveglio lento e comunque un sonno poco ristoratore." (Baglivi, Opera Omnia Medico. Practica et Anatomica, Lugduni, 1710).
I denti come causa di malattie e basse aspettative di vita nei secoli passati? - parte 1

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