“I diabolici” di Henri-Georges Clouzot

Creato il 21 giugno 2011 da Cinemaleo

1954: Les Diaboliques di Henri-Georges Clouzot

Un gioiello, una pietra miliare di un genere -il thriller- che spesso ci ha deluso ma ci ha anche regalato capolavori indimenticabili.

I diabolici è quanto di meglio il cinema abbia prodotto in questo campo non certo facile, un film esaltato dal pubblico di tutto il mondo e che ebbe uno strepitoso successo ai botteghini dell’intero pianeta. Henri-Georges Clouzot fu subito celebrato come l’ Hitchcock francese.

Tratto dal romanzo Celle qui n’était plus (1952) di Pierre Boileau e Thomas Narcejac (1), il film fece scalpore soprattutto per il sorprendente colpo di scena finale, del tutto inaspettato e che lasciò tutti gli spettatori a bocca aperta (probabilmente oggi la sorpresa è minore ma solo perché il film è stato imitato centinaia di volte).

A contribuire al clima di tensione c’è la totale assenza di musica nel film: la colonna sonora è infatti limitata ai titoli di testa e a una manciata di secondi nel finale (2).

Alla sua uscita i critici riconobbero immediatamente il valore del film, valore -che a distanza di tanto tempo- è ancora oggi riconosciuto:

“Con un ottimo ritmo e una suspense ininterrotta, questo dramma criminale si srotola attorno alle due bravissime protagoniste, lo spettatore è con loro, attento e partecipe” (il Morandini).

“Il ritmo è continuo, calmo, ma spietato nell’insinuare dubbi ed inquietudini di ogni sorta e nello spiazzare con continui colpi di scena” (Paperblog.com).

“Un film, una storia che corre in discesa senza freni, libera e arrotolata su sé stessa, fino allo schianto finale, al the end agognato. L’angoscia e il raccapriccio percorrono tutta la pellicola, portando lo spettatore a non credere mai a quello che succede effettivamente sullo schermo” (Matteo Contin).

I diabolici è un thriller per certi versi hitchcockiano, ma ha il pregio di riuscire a differenziarsi dal regista inglese per un gusto insolito nel ritrarre un’atmosfera silenziosamente infida, e per un ritmo lento ed insinuante allo stesso tempo, basti pensare al lungo incipit che prepara il terreno per l’esplosiva seconda parte del film” (Cinemartmagazine).

Negli anni è diventato un modello difficilmente superabile per l’abilità con cui riesce a calibrare sia la suspense… sia il celeberrimo finale a sorpresa” (Cinemascope85).

La maestria nel costruire la suspense e nel descrivere la losca atmosfera di uno squallido collegio di provincia resta ineguagliata” (Il Corriere della Sera).

Quanto mai esatta l’analisi letta su Cinemadadenuncia.splinder.com:

“Crudeltà. Persecuzione. Annientamento. Questo l’universo morale dipinto da Clouzot. A tinte fosche, tragicamente, perché “un quadro è immancabilmente morale quando è tragico e quando riflette l’orrore delle cose che rappresenta”, come recita la lapidaria citazione in apertura di film. Nessuna parentesi rassicurante, nessuna pausa distensiva, nessuna vera tregua. Neanche quando la progressione drammatica sembra cedere il passo a soste ricreative: è umorismo che gronda malvagità, riso che si contrae in rictus, quello de I diabolici. Non diversamente va per i personaggi. Nel jeu de massacre triangolare messo in scena da Clouzot, i protagonisti sono divorati da sentimenti inconfessabili: avidità, gelosia e perfidia sono le scintille che infiammano i loro cuori, precipitandoli nell’abisso della colpa. E tutt’intorno un coro di personaggi minori abbrutiti dal cinismo, rosi dall’invidia, consumati dall’opportunismo. Perfino i bambini, piccoli mostri già esperti nell’arte della prevaricazione, gracchiano e malignano incessantemente, ostentando una ricchezza arrogante, proiezione di futuro potere. Un mondo senza scampo, nerissimo” .

Celebre il messaggio che chiude il film: “Ne soyez pas DIABOLIQUES! Ne détruisez pas l’intéret que pourraient prendre vos amis à ce film. Ne leur racontez pas ce que vous avez vu. Merci pour eux” (3).

p.s.  Nel 1995 vi fu il remake (Diabolique con Sharon Stone e Isabelle Adjani), giustamente da Cineblog definito un insulto al capolavoro del 1954”. Quattro anni dopo nuovo infortunio per la bella ma sfortunata Sharon: farà un insulso remake del bellissimo Gloria di John Cassevetes con la straordinaria Gena Rowlands.

note

(1)“Hitchcock tentò di accaparrarsi i diritti del romanzo per farci un film ma Clouzot lo battè sul tempo per poche ore; i due scrittori Boileau e Narcejac successivamente scrissero “D’Entre les Morts” appositamente per Hitchcock il quale ci trasse La Donna che visse due volte” (Exxagon.it).

(2) Gli esperti sottolineano che l’assenza di colonna sonora appare in altri film di Clouzot ed è da collegarsi alla sua teoria del «realismo poetico» (rappresentazione oggettiva della realtà che limita le intrusioni di finzione più evidenti).

(3) “Non siate DIABOLICI! Non distruggete l’interesse che i vostri amici potrebbero nutrire per questo film. Non raccontate loro quello che avete visto. Grazie per loro”

scheda

premi e riconoscimenti

sito ufficiale


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