INTERVENTO NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 21 GENNAIO 2014
dopo le ripetute richieste di incontro e confronto su questo tema (la prima richiesta di convocazione di un tavolo e di un Consiglio straordinario risale al Giugno 2013, ribadita a Settembre scorso ) e dopo aver ricevuto risposte del tipo "In questi mesi avete denunciato la mancanza di un tavolo di crisi in Provincia, ma quel tavolo - per quanto sia depotenziata la Provincia - si attiva per le crisi occupazionali e non per le vicende di natura finanziaria [...] un tavolo inutile perché senza poteri su questa vicenda" (risposta Sindaco interrogazione 30 novembre scorso - interrogazione a cui ha risposto prima sul sito PD poi formalmente ai consiglieri) in realtà un ex consigliere provinciale (Massimo Pinardi) Le ha precisato in questi giorni su un social network (il suo profilo FB) che in Provincia era stato chiesto da più consiglieri di avviare un confronto con le Amministrazioni Comunali e che si è perso tempo prezioso e non è stato fatto nulla.
Se ne deduce che questa Amministrazione ha sostenuto un'ipotesi concordataria nella quale il Tribunale ha riscontrato tre fattispecie: "atti frodatori posti in essere nel corso delle procedura di concordato - atti posti in essere senza la necessaria autorizzazione - sopravvenuta carenza delle condizioni e/o presupposti di ammissibilità " Ci chiediamo: se ne avessimo parlato prima, evitando di stigmatizzare le richieste della minoranza, evitando di accusare la minoranza di strumentalizzazione e di scarsa eticità, questa "deflagrante situazione " poteva essere in parte evitata?
Ora ci ritroviamo dopo il fallimento a raccogliere i cocci: da parte nostra cercheremo di fare in modo che questo disastro non si ripercuota sull'intera città.
Vogliamo brevemente ripercorrere la nostra posizione di questi mesi e per farlo, senza essere accusati ancora una volta di strumentalizzazione usiamo una dichiarazione che il segretario/capogruppo del PD Marco Gallicani ha pubblicato sul suo blog nell'agosto scorso (8 agosto 2014).
Scriveva il capogruppo Gallicani "[...] la questione merita attenzione perché il problema è serio e c'è gente che sta seriamente subendo grosse ripercussioni sulla sua vita reale per colpa di quel che è successo. Ma non adesso, negli ultimi 10 anni". Questo è esattamente quello che, noi come Rete Civica Fidenza, abbiamo affermato. Anche se il decreto con il quale il Tribunale ha dichiarato il fallimento parte dal 2006 - 2007, le premesse sono antecedenti e ben evidenti: oltre cinquanta milioni di euro di debito alla fine del 2005. Situazione che si sostanzia poi nei dati riscontrati dal curatore fallimentare.
Sempre Gallicani scriveva "....fu una delle prime questioni affrontate dalla mia segreteria quando fummo eletti alla direzione, l'autunno scorso. E non eravamo i primi a farlo perché ricordo bene una riunione nella quale il segretario cittadino della CGIL ci venne a raccontare cosa stava succedendo, ed era l'inizio del 2013". Quindi il problema era noto ed organico al PD, non come ha sempre affermato il Sindaco "il problema è della Di Vittorio".
Ancora il consigliere Gallicani" Mi ricordo il clima che si respirava, una specie di gigantesco senso di colpa collettivo per quanto non si era fatto [...] il futuro della Cooperativa era quantomeno tutto da scrivere".
Oggi l'abbiamo scritto e l'amarezza di tutti noi è che poteva forse essere scritto diversamente.
E ancora "[...] la vicinanza della cooperazione alla politica ha creato dei mostri".
Esattamente quella degenerazione di cui abbiamo parlato noi. La cooperazione degenera quando tende all'impresa: che la di Vittorio sia degenerata è agli occhi di tutti e dello stesso Gallicani che lo ha lo affermato in un recente comunicato. Sempre Gallicani: " [...] i sentieri della sinistra e della cooperazione in Emilia Romagna sono stati vicinissimi per tutto il secolo scorso [...] la Cooperativa Di Vittorio e la sinistra fidentina sono stati parenti strettissimi per anni". Esattamente quello che abbiamo sempre affermato: la "Di Vittorio" non è organica a Rete Civica o a FI o al Movimento 5 Stelle ma è organica al PD e il PD ben conosceva tutta la situazione. I Consigli di Amministrazione sono stati infarciti negli anni da ex sindaci, da ex segretari della camera del lavoro, da ex consiglieri , da assessori comunali in doppio incarico ( Lei sig. Sindaco) , da ex segretari di partito. Ancora oggi tra gli esponenti PD in Consiglio di Amministrazione è presente un dipendente comunale in doppia veste di funzionario dell'ufficio tecnico e consigliere della cooperativa.
Quanto ai soci Gallicani scriveva "enormi ed incredibili errori che la gente (i soci) non hanno combattuto come avrebbero dovuto ritirando pian piano il proprio capitale, manifestando la propria disapprovazione perché si fidavano troppo di un legame che era stato creato in anni di militanza". Noi aggiungiamo: i ben informati lo hanno potuto fare a svantaggio di altri che oggi non ritireranno più niente.
Ora siamo qui e state tentando ancora di tenere coperto da una coltre di cenere la verità.
La verità è che la Di Vittorio ha un attivo patrimoniale liquido di 4,2 milioni di euro a fronte di debiti per un totale di 67.953.229 euro. Il patrimonio netto contabile della Cooperativa è negativo per un valore di sei milioni e mezzo di euro. La controllata Polis presenta un attivo patrimoniale di 8,6 milioni di euro immobilizzato in costruzioni edili e in quote di partecipazione in altre società, il passivo supera il doppio dell'attivo e raggiunge 17,5 milioni.
La verità è che, per quanto riguarda il prestito sociale, ci sono stati soci di serie A, che hanno potuto ritirare il prestito nel 2012 ( pur non potendo farlo) e soci di serie B che non potranno recuperare i lori risparmi. La sentenza è in tal senso molto chiara: "la società a far data dal 02/04/2012 e fino alla data di deposito del ricorso per concordato preventivo (03/06/21014) ha rimborsato (seppur con forme tecniche diverse) euro 2.201.034,00 circa di "prestito sociale" e ciò in violazione della par condicio creditorum..."
Pur dovendo la componente degli assegnatari essere tutelata, e noi non possiamo che essere concordi, non si capisce perché con altrettanta sicurezza non si afferma la tutela dei soci prestatori (in particolare quelli di serie B, quelli che non hanno potuto ritirare il prestito) e, per altro verso, i restanti cittadini che, secondo Voi, dovranno farsi carico del debito contratto.
Per noi l'obiettivo è chiaro: intendiamo difendere gli oltre 26000 cittadini dal fallimento della "Di Vittorio" e non estendere a tutti i fidentini le conseguenze economiche del fallimento della cooperativa stessa": inoltre intendiamo fare chiarezza su alcune cause che hanno prodotto il fallimento e che non possono essere sottaciute.
E' giusto che i cittadini sappiano e che noi chiediamo conto, a loro tutela, di quanto accaduto. Per questo abbiamo presentato un nostro OdG che impegni il Sindaco e l'Assessore competente a fare chiarezza sui tanti punti che ancor oggi riteniamo "nebulosi" nell'intera vicenda.