I dirigenti esodati

Creato il 04 gennaio 2012 da Pps @ppsposato
La riforma delle pensioni, nello stabilire all'art. 14 i criteri di esenzione, ha voluto prendere in considerazione quelle situazioni critiche, che si sarebbero venute a creare per i lavoratori, inseriti in processi di mobilità prima dell'approvazione della nuova legge. Lo spirito dell'art.14 é quello di evitare che i lavoratori, coinvolti nei processi di riduzione del personale rimnagano senza alcuna forma di sostentamento, nell'attesa di maturare il diritto alla pensione, secondo i criteri della riforma delle pensioni.
I criteri di esenzione non si applicano, purtroppo, ai dirigenti esodati che, pertanto, potrebbero dover affrontare tempi più o meno lunghi, senza alcuna copertura economica.
La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con incentivo all'esodo, a fronte di processi di riduzione di personale dirigenziale, rappresentava per i dirigenti una specie di ammortizzatore sociale, che permetteva di raggiungere i requisiti per accedere alla pensione di anzianità.
Gli accordi prevedevano, in genere, un incentivo all'esodo, che permettesse di avere una copertura economica nel tempo necessario a raggiungere il requisito di età, avendo già maturato 35 o più anni di contribuzione, per raggiungere i criteri stabiliti con il sistema delle quote.
Impossibile dire quanti sono i dirigenti esodati, attraverso queste risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, ma, certamente, la riforma delle pensioni, spostando a minimo 42 anni la contribuzione necessaria per la pensione di vecchiaia anticipata e a 66 anni l'età per la nuova pensione di vecchiaia, creeerà in questi pochi o tanti casi delle situazioni drammatiche dal punto di vista sociale.

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