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I Disastri di una Blogger Imperfetta: Dalle ff al self-publishing: Un nuovo modo di concepire la Scrittura

Creato il 04 dicembre 2014 da Anncleire @anncleire

 I Disastri di una Blogger Imperfetta: Dalle ff al self-publishing: Un nuovo modo di concepire la Scrittura

 

L’etichetta “Disastri di una blogger imperfetta” nasce per caso, per riflessioni personali di carattere generale, che ho voglia di condividere con i miei followers per far capire loro che cosa significa essere una blogger, le scelte che prendo e l’etica che seguo ogni giorno per il mio lavoro sul mio piccolo angolo di web. Ci tengo a sottolineare che sono solo MIE OPINIONI, che possono essere più o meno condivisibili, ma che spiegano perché sul blog seguo una certa linea. A volte potranno anche essere riflessioni più generali, ma pur sempre legate al mondo dei lit-blog.

 

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Una fanfiction o fan fiction (abbreviato comunemente in fanfic, FF o fic) è un’opera scritta dai fan (da qui il nome) prendendo come spunto le storie o i personaggi di un’opera originale, sia essa letteraria, cinematografica, televisiva o appartenente a un altro medium.

Il fenomeno delle fan fiction è moderno ed è legato alla nascita di un fandom, tuttavia non mancano esempi più remoti di opere di questo genere, come alcuni racconti apocrifi di Sherlock Holmes scritti da ammiratori del personaggio. Negli anni settanta, racconti e romanzi ispirati a Star Trek apparvero su alcune fanzine e circolarono nel mondo del fandom.

La diffusione delle fan fiction è tuttavia esplosa con l’arrivo di internet grazie al basso (o nullo) costo di pubblicazione e diffusione. La Rete abbonda di opere di fan fiction, costruite soprattutto intorno a personaggi particolarmente amati, tratti da film, fumetti, manga, anime, videogiochi o romanzi. Tali opere vengono spesso ideate dai fan per fornire una propria visione della storia, creando situazioni che si inseriscono nella continuità in un momento precedente o successivo alla trama dell’opera originale, oppure inserite nel corso della trama stessa, con l’intento di “completare” parti che non erano state approfondite dagli autori originali. In altri casi i fan si divertono anche a creare situazioni alternative alla storia, in modo da utilizzarle anche come spunti per criticare e parodiare il racconto.

   Tratto dalla pagina Wikipedia

dedicata alle Fanfiction

 

È da un po’ che volevo scrivere questo post, che ci rifletto, che mi dico che è un argomento importante di cui discutere. Si sa come vanno queste cose, sono quelle che ti toccano il pensiero cosciente almeno una volta al giorno, ma si mette a tacere perché presi da altro. Oggi finalmente dopo aver trascorso le ultime due ore a imprecare contro la “Object Recognition” per la mia tesina di Robotica Assistitiva, ho deciso di prendere in mano un argomento che mi è molto caro.

Questo non vuole essere un trattato sulla fanfiction, per ogni approfondimento vi rimando a Wikipedia e al caro Google che di certo vi offrirà spunti molto più interessanti di quelli che vi posso regalare io. Con questo post, che sarà sconclusionato quanto me, voglio riflettere su un fenomeno in grandissima espansione, che mi ha visto coinvolta da vicino.

Scrivere storie con protagonisti personaggi di altri non è cosa nuova ed è ampiamente diffuso. Se inizialmente era uno sfogo o mettere insieme fan di un fandom ora è uno strumento e un mezzo per ampliare anche le proprie capacità creative. Una palestra per scrittori, un modo per mettersi alla prova. Sarebbe troppo riduttivo dire che si tratta di plagio. Generalmente è un omaggio da parte del fan che si ritrova talmente coinvolto in una storia che non riesce a liberarsene e per continuare a viverla ne immagina sviluppi e incastri, che all’autore, non sarebbero mai venuti in mente. Le ship che contrastano le coppie originali, gli OCC e gli AU e tutte le infinite possibilità si dispiegano di fronte al fan, che si diletta con la scrittura. Ma se fino a qualche anno fa questo genere di scrittura era relegato in siti specializzati, ora come ora troviamo in libreria libri che nascono da tentativi più o meno riusciti di rielaborazioni di ff. A questo proposito vi cito “Fangirl” di Rainbow Rowell dove le fanfiction sono protagoniste (al momento non è disponibile la versione tradotta, ma la Piemme ne ha acquistati i diritti e dovrebbe uscire nel 2015).

In principio ci fu “Twilight” di Stephanie Meyer. Uscito per la prima volta il 5 ottobre 2005,  la serie della scrittrice statunitense ruota intorno ad un gruppo di vampiri, che sperduti nella cittadina di Forks, incontrano un’umana, e la romance tra Bella ed Edward è diventata storia. Un merchandising che ancora non si è consumato, una serie che vive ancora nell’immaginario collettivo anche grazie alla trasposizione cinematografica. Perché questa serie è tanto speciale? In fondo non è particolarmente originale, ma è una delle prime che vede per protagonisti dei vampiri adolescenti, la prima destinata ad un target ben preciso, quello dello young adult. Solo un paio di anni più tardi esce “The Hunger Games”. Fino agli anni novanta non esistevano scrittori che si indirizzavano ad una fascia d’età compresa tra i 14 e i 18 anni. O eri un ragazzino e allora per te c’erano cose come “The Giver” di Lois Lowry o sforavi nell’età adulta. Anche per questo “Harry Potter” di J.K. Rowling ha sbancato, perché in grado di coinvolgere il liceale con un protagonista al suo livello, in grado di crescere con lui. E’ tutta questione di marketing e target. Ma c’è di più. Nonostante “Harry Potter” conti al suo seguito tantissime fanfiction, nessuna è mai stata  pubblicata. Ciò che ha fatto la differenza in questo senso è proprio la componente romantica. Se ci pensate sono tutte donne le autrici che si sono cimentate in un salto editoriale con in mano una fanfiction. E la romance è donna. La Meyer ha colpito al cuore ogni ragazza con aspirazioni romantiche fornendole un personaggio come Edward disposto a tutto per la sua donna e Bella, una ragazza normale quanto imbranata e piena di insicurezze in cui è facile riconoscersi.  La serie della Meyer ha dato il via ad un fenomeno sempre più diffuso e sempre più capillare che ha completamente cambiato, o sta attualmente cambiando il mondo dell’editoria. Da  Edward e Bella infatti sono nati due prototipi che ormai stanno spopolando nei libri rosa di tutto il mondo. L’uomo alfa, ricco, bellissimo, potente, a tratti prepotente, estremamente protettivo, disposto a tutto se lo chiede la ragazza che ama. E la donna fragile, insicura, piena di paranoie e dubbi, non particolarmente brillante, ma coraggiosa, disposta a gettarsi nel pieno del pericolo anche se sprovvista dei mezzi necessari ad affrontarli. Una coppia che si incontra, tra cui scoppia l’amore a prima vista… o meno, e che supera tragedie immense pur di stare insieme.

Sul sito Twifanfictionrecs trovate un elenco di tutte le fanficion di Twilight che sono diventate libri stampati (ringrazio la mitica @aniryllis per avermelo linkato… almeno un paio di volte)

Ma un esempio su tutti… la serie “50 Shades” di E.L. James. La James infatti è partita con una fanfiction, pubblicata in inglese su ffnet.com, un sito d’oltreoceano con il titolo di “Master of the Universe”, “MOTU” in breve, che contava migliaia di lettori, e che io avevo letto a suo tempo, dietro la scia di alcune ragazze di Twitter, quando da poco avevo iniziato l’avventura del “Leggere in Inglese”. Se si inizia un gioco alle differenze si può facilmente notare che la James non si è data gran da fare con l’editing, anzi ha quasi solo cambiato i nomi dei protagonisti. Un altro esempio famoso è “Beautiful Bastard” di Christina Lauren (pubblicato in italiano da Leggereditore) e originariamente la fanfiction The Office. L’elenco è impressionante e ancora più sconvolgente è un’altra cosa… molte di queste autrici si sono inizialmente autopubblicate, per poi essere “scoperte” da grosse case editrici americane, come Simon and Shusters, uno dei colossi editoriali d’oltreoceano.

Il bisogno di scrivere e condividere ciò che si scrive spinge moltissimi a cercare website su  cui unire la passone per la parola scritta e per i propri personaggi preferiti… e poi cercare la strada del successo diventando imprenditori di sé stessi e vendendo la propria creatura su piattaforme, come quella di Amazon, che forniscono il supporto necessario per il “Selfpublishing”. Nel 2008 per la prima volta nella storia, sono stati venduti più libri autopubblicati che pubblicati per vie tradizionali. Nel 2009 il 76% di tutti i libri in uscita è stato autopubblicato anche se secondo Robert Kroese “il guadagno medio di un libro autopubblicato si aggira intorno ai 500 dollari”.

Di certo l’autopubblicazione non è nuova nella storia dell’editoria, “Tristram Shandy” di Laurence Sterne è stato autopubblicato nella seconda metà del 1700. Nel 1908 Ezra Pound ha venduto “A Lume spento” per sei centesimi la copia. La stessa Jane Austen o Marcel Proust o Emily Dickinson si sono autopubblicati. E se non lo sapevate la già citata J.K. Rowling ha venduto le versioni e-book dei sette libri di “Harry Potter” direttamente sul sito Pottermore.

Volete esempi più vicini a noi? Una delle mie scrittrici preferite Abbi Glines, nel 2011 ha autopubblicato il suo primo libro “Vincent Boys” (portato in Italia da Mondadori) e “Breathe” il primo libro della sua famosissima serie “Sea Breeze”. Nell’arco di un anno ha sfornato sul mercato otto libri e al quarto libro della serie dei ragazzi dell’Alabama, “Just for now” Simon and Schuster ne ha acquisito i diritti vendendo i libri in UK e Australia e rivedendone tutte le copertine. Da perfetta sconosciuta la Glines è diventata un’autrice bestsellers del New York Times.

Stessa cosa per la notissima Colleen Hoover. Anche lei si è autopubblicata “Slammed” (in italiano grazie a Rizzoli) mentre aveva un lavoro a tempo pieno che non la soddisfaceva e su cui sputava sangue, fino a quando Atria Books non ha comprato i diritti della serie e ha pubblicato “This Girl”. Ora anche lei è un’autrice bestsellers, ha mollato il lavoro e scrive a tempo pieno, con un ritmo meno serrato della Glines, ma con libri che in pochissimo tempo arrivano ai vertici delle classifiche.

Vi cito anche un nome nostrano. Amabile Giusti che con il suo “Trenta anni e li dimostro” ha avuto un successo tale per cui Mondadori ha deciso di pubblicarla e tra l’altro è stata tradotta in spagnolo.

Mi direte che sono casi rari… e non posso darvi torto. Ci sono tantissimi autori che sono autopubbblicati e restano nell’oblio dei meandri di Amazon o che hanno un discreto successo ma non arrivano di certo a pagarsi le bollette.

Soffermiamoci su una realtà molto conosciuta. O perlomeno lo è a quelli del settore. Molti degli scrittori che si stanno autopubblicando in questo momento in Italia, vengono da Efp un sito che offre la possibilità di pubblicare le proprie fanfiction. La piattaforma offre sia la possibilità di sperimentare con la scrittura, sia quella di formarsi una base di fans. È indubbio che ci siano tantissimi lettori che si avvicinano alle fanfiction per conservare la magia delle loro storie preferite e continuare a viverle attraverso altre storie. E allora penso a Virginia De Winter che da Efp viene, dove con lo pseudonimo Savannah era conosciutissima. Di strada ne ha fatto pubblicando con Fazi una serie originalissima “Black Friars” e autopubblicandosi una storia ambientata nella Londra Vittoriana e annuncio recentissimo pubblicherà il prossimo libro con Mondadori. Alessia Esse che da Stupidlamb ha pubblicato molte fanfiction non solo su Efp ma che poi ha scelto la via dell’autopubblicazione per la sua “Trilogia di Lilac”. Mirya che si è autopubblicata una fanfiction originale come “Di Carne e di Carta” e ci ha riprovato con il suo “Trentatré” e Ella M. Endif che ha riveduto e corretto la sua fanficton del fandom di Twilight trasformandola in “Manuale della Perfetta Adultera”.

Potrei citarvi altri esempi, ma questo non vuole essere un elenco di fanfiction o di fanfiction writers che si sono gettati nell’autopubblicazione o meno. Volevo fare una riflessione sull’autopubblicazione e su come le fanfiction stanno trasformando il mondo dell’editoria tradizionale. La possibilità di condividere velocemente i propri scritti grazie alla banda larga e internet ha dato modo di poter indulgere alle proprietà velleità creative, spingendo qualsiasi persona con un’idea a gettare sul mercato la propria “opera letteraria”. Questo ha oberato i canali, che ogni giorno sputano sul mercato centinaia di volumi, perlopiù in formato digitale, che fornisce al lettore l’imbarazzo della scelta. Finire impantanati in schifezze colossali è molto facile. Come ci si salva? Come si sceglie?

La legge della domanda e dell’offerta rende impossibile discernere al meglio, visto che moltissimi pubblicano al prezzo minimo pur di accaparrarsi il maggior numero di lettori possibili. Il sogno di molti autori self è quello di essere notati da  una grande casa editrice.


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