I dispiaceri del vero poliziotto

Creato il 20 febbraio 2012 da Federicobona @Federico_Bona

Metti che sei un poeta. Metti che inizi tardi a scrivere narrativa, ma in dieci anni riempi migliaia di pagine. Metti che muori giovane, dopo aver scritto un romanzo-mondo che molti considerano un capolavoro della nuova letteratura latino-americana. Metti che sei sempre stato pubblicato da un piccolo editore che ha una lunga storia di qualità, ma che poi i diritti sulle tue opere postume se li aggiudichi un editore non grandissimo, ma terribilmente figo, capace di monopolizzare le discussioni nei salotti – e nei giornali – che contano. Metti tutto questo insieme e che cosa succede? Che all’improvviso, nel fuoco incrociato delle attenzioni, le librerie si riempiono di tue opere minori. La gente le compra e si chiede perché tutti questi intellettuali sprechino lodi sperticate sulla tua opera, non riuscendo nemmeno quasi più a trovare i tuoi capolavori veri. È questo il triste destino di Roberto Bolaño, un grande scrittore distrutto dall’avidità dei suoi agenti e dei suoi fan. E l’ultimo libro non fa eccezione. Non si può negare che in quest’opera incompiuta ci siano lampi del grandissimo scrittore che è stato, ma solo i più feticisti tra i suoi lettori riusciranno a trovarli e farseli bastare, come surrogati utili a calmare una dipendenza che non può più essere tenuta a bada altrimenti. Perché poi i protagonisti di questo libro frammentario, senza direzione, assemblaggio di brevi brani aggregati appunto per il fatto di avere qualche personaggio in comune, sono gli stessi di 2666, grande romanzo postumo – questo sì – così ampio e avvolgente da lasciarti triste e orfano quando lo finisci. Non stupisce quindi che chi ha amato quel romanzo sia felice di scoprire ancora qualcosa, di imparare qualcosa di nuovo sui personaggi che lo hanno popolato. Ma tutti gli altri? Tutti gli altri lettori che cosa penseranno? Secondo me bisognerebbe metterci almeno una fascetta tipo “Vietato a chi non ha letto 2666 o almeno I detective selvaggi”. Così, forse, eviteremmo disastri. Post scriptum per i bolañani: io, tra i postumi, ne ho letti di meglio. Magari ci torno per argomentare di più.

I dispiaceri del vero poliziotto, Roberto Bolaño (Adelphi, 304 pp, 19 €)


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