I dolori di un giovane giornalista: gente che se ne approfitta

Creato il 27 giugno 2013 da Rory

Giovini giornalisti all’opera

Miei cari,

oggi post-sfogo sul genere “i dolori del giovane giornalista”, tanto per condividere con voi gioia e dolori della mia tanto amata professione.

Un paio di settimane fa vengo contattata da una conoscente di una mia amica che desiderava assumere una persona come ufficio stampa. Vi dico la verità, raramente faccio ufficio stampa, non mi piace molto farlo e non mi ritengo neanche capacissima, quindi preferisco fare il redattore e bona l’è. Siccome però, come tutti, tengo bisogno, le do la mia disponibilità e lei mi dice che mi richiamerà per maggiori dettagli.

Effettivamente mi richiama, qualche giorno dopo, per dirmi però che non può più assumere un ufficio stampa perché deve pensare ai suoi figli che “sono in difficoltà” – ma va! Non sapevo che ci fosse gente in difficoltà a questo mondo, perdindirindina! – e soprattutto, può pensarci “benissimo da sola” a occuparsi della comunicazione della carampanata che stava preparando. Non dico niente, anche perché poco c’era da dire, salutandola anche in modo abbastanza cordiale.

Non le ho detto che anche io sono in difficoltà, come miliardi di altri figli del mondo, mi pareva superfluo. Non le ho neppure detto che mi sentivo offesa nel sentire che il mio lavoro può essere svolto benissimo da chiunque, anche questo mi sembrava evidente. Ero pronta a scrollare le spalle e a gettarmi alle spalle quest’altra insulsa storia, quando mi arriva una mail da questa signora che mi prega di pubblicare il comunicato stampa della sua carampanata sul mio giornale, YOUng. Ovviamente le ho risposto che non potevo farlo, perché dovevo pensare a me e ai miei colleghi che “siamo in difficoltà”.

Posso sembrare cattiva ma davvero, non ne posso più. La crisi c’è per tutti, tutti siamo in difficoltà oggettivamente ma questo non ci autorizza a sminuire il lavoro altrui e poi a comportarci come imbecilli e approfittatori, chiedendo ugualmente una prestazione lavorativa senza però pagarla. Certa gente mi avvilisce davvero.

Vi è mai capitato qualcosa di simile? E come avete mandato la persona a quel paese?