Una nuova immagine del telescopio spaziale Hubble mostra la galassia Messier 83 in tutto il suo splendore. Già conosciuta per l'alto numero di supernovae, la Girandola del Sud riserva una nuova sorpresa: un doppio nucleo al centro della spirale.
di Giulia BonelliLo scatto della galassia M83 ottenuto da Hubble.
Crediti: NASA, ESA, Hubble Heritage Team (STScI/AURA)
Dopo la spettacolare immagine di ieri della Nebulosa della Tarantola, da Hubble arriva un altro regalo. Questa volta è lo scintillante ritratto di una nostra vicina di casa, la galassia a spirale Messier 83 (M83), nota anche con l’esotico nome di Girandola del Sud. Una gemma luminosa, che brilla soltanto a 15 milioni di anni luce da noi: pochissimo per la geografia spaziale, tanto che per osservarla basta un binocolo.
I dati di Hubble combinati con i dati del Giant Magellan Telescope, che rendono visibile l’intera struttura di M83.
Crediti: NASA, ESA, Hubble Heritage Team (STScI/AURA)
Ma per vederne i dettagli, per svelare i suoi segreti più nascosti, il famoso telescopio NASA/ESA ha dovuto mettere in campo la Wide Field Camera 3 (WFC3), dotata, letteralmente, del miglior grandangolo dell’universo. E lo scatto è stato sorprendente: un mosaico di luci e ombre, fatto di roventi stelle giovani di un intenso blu elettrico e più fredde stelle dorate, tracce opache di polvere spaziale e fiere macchie rosse di gas.
Il tutto avvolto nel vortice dei due bracci che formano la spirale di M83, unendosi al centro della galassia. Un punto luminoso, il centro, da cui è difficile staccare lo sguardo: qui è custodito il più recondito mistero della Girandola del Sud. Sì, perché alla luce che vediamo nell’immagine di Hubble corrisponde un buco nero supermassiccio, “nutrito” dagli stessi gas che formano le nuove stelle, dando così luminosità al nucleo galattico attivo di Messier 83.
E qui sta la grande scoperta fatta grazie alla fotografia di WFC3: il nucleo galattico è in realtà uno di due diversi nuclei, due centri nevralgici che danno alla Girandola del Sud due cuori. Si tratta di un fenomeno noto appunto come “doppio nucleo”, già rilevato diversi anni fa nella Galassia Andromeda (M31), la galassia a spirale più vicina a noi.
Come in quel caso, non significa che M83 contenga due buchi neri centrali; al contrario, il singolo buco nero è circondato da un disco asimmetrico di stelle, che gli orbitano attorno creando l’immagine di due centri.
Collocata nella costellazione dell’Idra, Messier 83 fa parte di un gruppo di galassie conosciuto come Centaurus A/M83, che si trova vicino al nostro Gruppo Locale.
Prima ancora di questa scoperta, era già famosa tra gli astronomi per il grande numero di esplosioni di supernovae: 6 osservate fino a oggi, un record secondo solo alla galassia NGC 6946, che ne conta 9 e che per questo è anche chiamata Fireworks, “fuochi d’artificio”.
Ora la nuova immagine di M83 rilancia l’interesse per questo ennesimo capolavoro della natura. Che però è meno imponente di quanto sembri: guardando lo scatto di Hubble l’occhio si perde e immagina dimensioni infinite, ma la galassia è meno della metà della nostra Via Lattea. Esattamente come il suo centro, la Girandola del Sud ha un manto che inganna.
Fonte: Media INAF | Scritto da Giulia Bonelli