I faldoni dei ricordi

Da Kevitafarelamamma @KVFarelamamma
Per la prima volta, per il nostro consueto weekend lungo all'estero (quest'anno è stata la volta di Berlino...e tra non molto vi dirò come è andata), abbiamo preso in affitto un appartamento tramite Airbnb.

E' stata un'esperienza positiva e che ripeteremo senz'altro. Ma non voglio parlare adesso dei vantaggi di un appartamento rispetto all'hotel, quando si fanno dei viaggi brevi ma intensi come i nostri.

Non so in effetti dove andrò a parare con questo post, ma sento di voler raccontare un particolare che è stato parte integrante del nostro viaggio.

L'appartamento che abbiamo vissuto per 4 giorni a Berlino ci ha infatti permesso di capire e sentire più da vicino le usanze e il carattere delle famiglie tedesche.

Appena siamo entrati in casa, guidati dal proprietario che ci ha lasciato le chiavi, li ho visti subito allineati tra gli scaffali della libreria: "Cosa sono quei faldoni?" mi sono chiesta in modo molto spontaneo e naturale.

Ora, mi sembra doveroso dire a mia discolpa che chi decide di dare in affitto la propria casa con TUTTE le sue cose, sa e accetta di condividerle con qualcun altro. No? Se quei faldoni erano esposti lì in bella vista insieme a tutti gli altri libri che ovviamente io e mia figlia abbiamo sfogliato (bimbuzza ha aggredito immediatamente la libreria...chissà da chi avrà preso!!?), vuol dire che potevamo guardarli. No?

Per un attimo sono entrata nella "casa dei ricordi" che una madre tedesca ha raccolto per suo figlio: foto, biglietti, i primi disegni, poesie, cartoline. Il tutto rilegato all'interno di grossi faldoni.

Ho provato una bellissima sensazione, soprattutto perché il figlio in questione li tiene accanto al letto (la casa è sua, vive da solo), sulla sua libreria. Un dono bellissimo che la madre ha costruito giorno per giorno...e chissà se continua a farlo ancora!?

Sono sincera: non li ho sfogliati pagina per pagina perché non mi sembrava il caso (ma ero curiosissimaaaa ahaha), ma mi è bastata una sbirciata per sgretolare innanzitutto i benedetti luoghi comuni sulle mamme tedesche (dai, diciamolo che spesso si sente dire in giro che le mamme tedesche non sono attaccate ai figli come quelle italiane, che buttano fuori di casa i figli ad appena 18 anni...e così via...).

I faldoni e l'intera casa mi hanno inoltre dato la consapevolezza che, nonostante le distanze, le differenze culturali e sociali, viviamo tutti gli stessi sentimenti, amiamo farci cullare dai ricordi e abbiamo le medesime consuetudini.

E' stata una sensazione davvero strana, non credo di sapervela spiegare bene.

Non era casa mia quella in cui abbiamo vissuto per 4 giorni eppure sapevo dove stavano le pentole, le posate o i sacchetti della spazzatura.

Sapevo dove stava la presa per il phon in bagno (nascosta dentro il mobiletto porta oggetti, in alto) e dove si nascondevano le penne (nel solito cassetto portatutto) o le prese.

Sapevo fin dall'inizio che quei faldoni contenevano qualcosa di importante perché anche io, da figlia, li avrei tenuti lì pur sapendo di poter essere visti da ospiti sconosciuti, perché fiera della mia vita, dei ricordi e della mia mamma che li ha sapientemente raccolti per me.

Nel corso del nostro weekend a Berlino ho pensato anche a queste cose, grazie a una casa che non era la mia ma che mi ha dato la speranza di fare qualcosa di buono per la mia bambina: è vero che molti ricordi li sto tenendo da parte in modo digitale (per es. il blog o le tante foto che non riesco mai a stampare) ma ho comunque in serbo per lei una scatola piena di "noi" che spero tenga esposta un giorno nella sua libreria.

Se qualcuno vorrà curiosarci dentro, faccia pure. Non mi offendo;)

Non ditemi però che voi al posto mio avreste resistito senza sfogliarli nemmeno un pochettino!:)

Vivy