I fantasmi dello tsunami

Creato il 23 maggio 2013 da Mcnab75

Lo tsunami che ha colpito il Giappone nel 2011 ha causato oltre 19.000 vittime. Una tragedia immane, che noi italiani, fortunatamente poco avvezzi a fenomeni del genere, fatichiamo perfino a immaginare.
Ovviamente anche i sopravvissuti delle aree più esposte alla catastrofe hanno un bel da fare per sopportare le conseguenze di quanto è accaduto. A moltissimi di loro è stata diagnostica una sindrome post-traumatica da stress, tanto che vengono regolarmente seguiti da psicologi e analisti.
C’è poi un numero non indifferente di superstiti che si dice certo di essere perseguitato dai fantasmi delle persone morte in quella immane tragedia. La cosa che inquieta è che quasi tutti questi soggetti, anche quelli che non si conoscono affatto tra di loro, raccontano più o meno delle stesse apparizioni: spettri di persone senza testa, o di individui intenti a simulare piccole attività della vita quotidiana.

Un team di esperti sta prendendo in seria considerazione il fenomeno, anche se dal puro e razionale punto di vista scientifico.
Lo psichiatra Keizo Hara spiega queste visioni come proiezioni mentali dei ricordi vissuti in quei giorni e in quei luoghi. Per alcune persone lo stress post-traumatico è talmente forte da causare vere e proprie allucinazioni audiovisive.
E questo e, come già detto, il punto di vista della medicina e della scienza.

Secondo la parapsicologia le apparizioni potrebbero avere un’origine psicocinetica. Gli individui esposti a gravi e terrorizzanti rischi di morte avrebbero quindi sviluppato inconsci poteri mentali, in grado di manipolare la realtà percepita attorno a sé stessi. Ossia, in parole povere, di generare autentitiche allucinazioni tridimensionali. Si tratta tra l’altro di una teoria che la psicologia studiò intensamente negli anni ’70, senza però produrre una prova inoppugnabile a sostegno di questa teoria.

C’è poi una terza spiegazione, ancora meno credibile (almeno agli occhi dei razionali assoluti): le visioni di fantasmi sarebbero, appunto, veri fantasmi.
Secondo gli esperti di fenomeni paranormali è del tutto logico che in luoghi di grandi tragedie e sofferenze si accumulino energie tali da assotigliare i confini tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile. A sostegno, per così dire, di tale ipotesi ci sarebbero gli avvistamenti di spettri impegnati in attività quotidiane sui luoghi distrutti dallo tsunami. Per esempio sono stati visti dei fantasmi in zone precedentemente occupate da negozi e centri commerciali, e i loro comportamento era assimilabile a quello di persone impegnate a fare acquisti, con tanto di carrelli e sacchetti della spesa. Come se in quei luoghi fosse rimasta impressa una fotografia medianica della vita precedente. Altri casi ancora più inquietanti parlano di tassisti della zona a cui è capitato spesso di caricare passeggeri che si sono poi smaterializzati dalle loro auto.

In altre parole l’area maggiormente colpita dallo tsunamni sarebbe ora soggetta a un’onda medianica (che fa molto Ghostbusters, se me lo concedete) di enormi proporzioni.
Cosa che tra l’altro qualcuno già ipotizzò per altre grandi catastrofi naturali, per esempio per il disastro portato da Katrina a New Orleans (città già attraversata da forti correnti “soprannaturali”, se vogliamo dar credito agli studiosi dell’occulto).
Lo stesso potrebbe avvenire fra qualche mese a Oklahoma City, colpita pochi giorni fa da un tornado largo ben due chilometri, che ha raso al suolo buona parte del sobborgo di Moore.
Argomenti delicati, su cui è bene non scherzare, ma sui quali è anche opportuno aprire la mente e cogliere indizi su fenomeni che io stesso definisco a dir poco improbabili.

Questo articolo, ispirato da una notizia comparsa su Yahoo! News, mi ha fatto venire in mente un vecchio romanzo pubblicato nella collana Urania: Psychlone, di Greg Bear. La quarta di copertina è sufficiente per farvi capire di cosa sto parlando:

Ammettiamo che non esistano né Dio né il Diavolo, e che l’uomo non abbia un’anima immortale nel senso religioso del termine. Ma ammettiamo ugualmente che qualcosa, una specie di emanazione mentale o fluido psichico, sopravviva ordinariamente alla morte del corpo. Una questione che allora si pone è la seguente: sopravvivrebbe il suddetto fluido o emanazione all’impatto diretto di un’esplosione atomica come quella di Hiroshima o Nagasaki? L’altra questione è: come e da chi è stata massacrata, in una sola notte, l’intera popolazione di una cittadina nei pressi di Albuquerque, New Mexico?

Una lettura che a suo tempo mi inquietò, e che vi consiglio di recuperare, magari battendo le bancarelle dell’usato, vera e propria miniera di perle come questa.
E sulle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki torneremo fra qualche settimana, con un articolo cospirazionista da pelle d’oca…

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