In Sardegna tanti sono i siti riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea, sopratutto quei luoghi umidi dove nidificano e vivono specie di uccelli rari, quasi tutti tutelati dal Progetto Life.
Tra Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius e Monserrato, nello zona umida di Molentargius,nello stagno di Cabras Sale e Porcus e in quello di Cirras in provincia di Oristano, nella zona umida di Pilo, tra Portotorres e Stintino, nidificano, ormai da diversi anni, i Fenicotteri rosa, il popolo rosso, sa Genti Arrubia, le persone rosse, così chiamate dalla popolazione del luogo per il loro vociare tanto simile a quello delle persone.
I fenicotteri frequentano gli stagni sardi da diversi secoli, anche se, sino a qualche anno fa, non vi si fermavano durante il periodo della riproduzione, ma piuttosto utilizzavano la Sardegna come zona di sosta. Da numerosi anni, colonie di fenicotteri popolano gli stagni, nonostante la vicinanza dell’uomo e delle sue rumorose automobili; gli enormi uccelli, la loro dimensione va da 1 metro a 1 metro e mezzo d’altezza, a pochi metri da noi, quasi incuranti della nostra presenza, fanno gruppo ai margini dello stagno, pescano, mangiano, volano.
Per i fenicotteri rosa la regione a sud-est della Sardegna, rappresenta l’habitat ideale nel quale si spostano rapidamente, dividendo lo stagno con le altre meravigliose specie di volatili: folaghe, anitre, cormorani, avocette e i maestosi cavalieri d’Italia. Tutti splendidi abitatori di questi piccoli paradisi, difesi ormai soltanto dalle associazioni naturalistiche.
I fenicotteri, quasi a migliaia, costellano gli specchi d’acqua immobili. Sono protetti ma non abbastanza. Hanno movenze di danzatrici, un piumaggio candido e rosato che ricorda abiti di seta da palcoscenico, quando sotto la luce dei riflettori, in questo caso la luce del sole, iniziano le loro ritmiche sequenze; pare quasi che una musica misteriosa accompagni ogni loro passo, ogni scatto del collo, ogni lento innalzarsi delle lunghissime gambe.
Sa genti arrubia, il popolo bianco rosato, con le loro grida, simile al vociare umano, si muove di continuo: la grande macchia assume nuove forme, si raccoglie, si dirada, si arresta immobile, spicca il volo. Uno spettacolo che fa dimenticare l’assurdità dell’uomo che permette la sua stessa vicinanza disturbatoria in angoli di paradiso.
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