I fessi dell’antipolitica

Creato il 08 maggio 2012 da Angelo @shinmazinger

Le recenti elezioni amministrative, se mai ce ne fosse ancora bisogno, rafforzano la mia personale idiosicrasia per il principio del suffragio universale. La possibilità di contribuire con la propria opinione alla vita politica del proprio paese non può essere subordinata esclusivamente all’età, ma si rivela sempre più necessaria una verifica di alcuni requisiti minimi per concedere una così pesante responsabilità ad un individuo, ciò per fare in modo di ridurre al 30% il numero degli aventi diritto al voto; quello che succede, altrimenti, è che coloro che si sono lasciati imbonire dalle sparate di un ex-animatore da crociera finiscono per lasciarsi suggestionare dal populismo spicciolo di un ex-comico televisivo.

E’ ovvio che se parlano di abolizione delle province, accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico, riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica, eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, giusto per citare qualche passo delle 15 pagine del programma a 5 stelle, molti sono lì con la schiuma alla bocca eccitati dall’aspettativa di distruggere la casta (non potendo farvi parte). E’ proprio questo il motivo per il quale queste persone non dovrebbero avere diritto ad esprimersi in sede di consultazione elettorale.

Sia chiaro, se pensate che io ce l’abbia su con Grillo siete sulla strada giusta; il motivo è presto detto: agli inizi del 21esimo secolo il nostro comico, in una serie di spettacoli teatrali itineranti, sciorinava tutta una serie di luoghi comuni su internet e la tecnologia additando la Rete come un covo di pervertiti salvo, poi, pochi anni dopo, aprire il suo blog e utilizzare Internet per raccogliere fans adoranti e diffondere, in alcuni casi, informazioni fuorvianti (vedi la bio wash ball per lavare i panni ). Una persona del genere, dunque, non mi rappresenta esattamente come non mi rappresentava l’ex-premier Silvio Berlusconi, e concordo con Dario Franceschini, un Grillo presidente del consiglio a colloquio con Angela Merkel mi farebbe vergognare di essere italiano, probabilmente ancora di più di quanto non avveniva, fino a pochi mesi fa con il miglior presidente degli ultimi cinque secoli.

Ciò detto il problema non è Berlusconi o, in questo caso, Grillo ma rimangono gli italiani, pronti a seguire qualunque capo-popolo che parli al loro stomaco dal momento che il cervello proprio non riescono a farlo funzionare.

Spero, dunque, che questo commissariamento dell’Italia, con Monti Presidente del Consiglio o con qualunque altro mezzo, continui in maniera indefinita o almeno fino a quando (quando?) questo Paese non avrà la maturità per autoregolamentarsi.


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