I film dimenticati. “Excision” un teen-movie deviato

Creato il 08 aprile 2015 da Fabio Buccolini

“Excision” è una pellicola che si pone nel contesto dei teenager disturbati e nel settore “dangerous woman” a cui appartengono titoli come “The Woman” del nostro caro lucky McKee.

Il film è la versione cinematografica di un cortometraggio omonimo che lo stesso regista, Richard Bates Jr. qui alla sua opera prima, realizzò nel lontano 2008.
Pauline è una adolescente disadattata, che si districa impacciata tra le incomprensioni familiari, la scuola che la ghettizza e il rapporto sacrilego e sfacciato con la religione. L’unico rifugio sembra il mondo segreto delle sue fantasie erotiche venate di onnipotenza, mortifere e ricolme di sangue. La madre tenta di risolvere la situazione problematica obbligandola a partecipare ad un cotillon, mentre le condizioni della sorella Grace, malata di fibrosi cistica, peggiorano precipitosamente.

Il fulcro della pellicola è il concetto di excision, termine che letteralmente indica un’asportazione effettuata mediante recisione. In primo luogo è un richiamo al grande sogno di Pauline di diventare medico, causa della sua ossessione per il sangue e la carne. La sua follia e la sua vocazione si intrecciano portandola ad effettuare una rudimentale autopsia su un uccello morto. In secondo luogo è un taglio netto tra la realtà empirica e la sua percezione ad opera di Pauline. La realtà dice che Pauline è una ragazza apparentemente insignificante, disturbata ed estraniata, in pratica una sociopatica. Lei però si vede differente: una ragazza bellissima che consuma fantasie cosparse da litri di sangue. In terzo luogo, Pauline è estraniata dal suo ambiente. Ignorata dall’ambiente scolastico. Incompresa dallo psicoterapeuta. Invisibile agli occhi di un padre distratto e di una madre perennemente preoccupata dell’apparire e della formalità, le cui attenzioni sono rivolte in maniera preponderante alla malata figlia minore.
Pauline sembra proprio la sorella minore dell’indimenticabile “May” di Lucky McKee, film di argomento simile ma ben più folgorante (e disturbante).

Tutto il film sembra sorreggersi sulla bravura delle due protagoniste, la Lords e Annalynne McCord, il cui mix tra trasandatezza e innocenza post pubertà cerca di rappresentare in maniera forte le pulsioni ribelli dei teenagers “emo”, il tutto con una scorrevolezza invidiabile, escursioni surrealiste (i sogni patinato-ematici della protagonista) e balzi nel cattivo gusto decisamente forti.
A metà tra l’horror e la commedia, Excision non è un capolavoro cinematografico, ma ha certamente il pregio di riuscire nell’intento di trasformare la comicità in grottesco, strappando allo spettatore sorrisi amari. Si ride per il nonsense di alcune scene, provando di tanto in tanto un po’ pena nei confronti della sua goffa protagonista, ma più d’ogni altra cosa si piange sul finale per l’agghiacciante conclusione adottata dal regista. Una risoluzione tanto feroce quanto efficace al punto che se avesse avuto un altro finale sarebbe stato un altro film…un mediocre film.
In pratica “Excision” è un film difficile perché passi tutto il tempo a ripeterti che lo spettacolo a cui stai assistendo è veramente troppo estremo (non tanto per il gore, quanto proprio per il modo in cui certe scene sono rappresentate), fino ad arrivare agli ultimi minuti del film, che conferiscono alla pellicola un valore che oltrepassa il narcisismo e i deliri post-adolescenziali. Una sequenza di rara durezza emotiva, costruita in modo meticoloso, fa precipitare il film nella follia affettiva più cupa e disarmante e fa cogliere tutto il talento di Bates Jr. nella direzione degli attori e nel montaggio delle scene per ottenere che il pugno nello stomaco ferrato sia il più forte.

La disperata inquadratura finale sarà più agghiacciante di qualsiasi rapporto necrofilo, autopsia su animali o assorbente in primo piano che vi sia stato mostrato e la sola cosa che riesci a dire è che, in realtà, Richard Bates Jr ha compiuto un capolavoro. Se, però, il vostro stomaco è debole, la vostra sensibilità spiccata e non siete in grado di ironizzare sui piccoli grandi disastri della vostra esistenza, lasciate perdere, questo film non fa decisamente per voi.

FABIO BUCCOLINI



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