Caricando tutto il peso del film sulle spalle della bravissima Miki Nakatani, che si presta a continue trasformazioni per tracciare le varie fasi della vita di Mitsuko, Nakashima racconta di come, nell' arco di quasi trent' anni, una giovane insegnate ventenne abbia finito i propri giorni come un' obesa reclusa, diventando, nel mezzo, massaggiatrice, parrucchiera ed assassina. Tratto dal romanzo di Muneki Yamada e sceneggiato dallo stesso Nakashima, Memories of Matsuko è il viaggio attraverso la storia di una donna sfortunata, forse troppo ingenua, ripudiata dalla sua stessa famiglia ma colpevole unicamente di un desiderio fortissimo di essere amata. Forse per colmare un vuoto affettivo che si porta dietro da bambina, cerca negli uomini il modo di compensare una solitudine lacerante finendo per adattarsi a loro e perdendo ogni volta un pezzo di se stessa. E' facilmente intuibile come la materia del film potesse essere facilmente trasformata in un polpettone ricattatorio di lacrime e sofferenza, cosa che il regista giapponese evita abilmente con un mix suggestivo di stili diversi che sfociano spesso e volentieri nel musical (le cui composizioni sono, tra gli altri, dell' italianissimo Gabriele Roberto). Anche se superficialmente celata, la componente drammatica rimane comunque viva e accesa arrivando allo spettatore forse in maniera meno diretta ma non per questo meno incisiva. E rimane li, a crescere sotto pelle, la sensazione che si sia voluto ancora una volta dare un ritratto di una società troppo castrante e selettiva, che genera reietti e outcast come Mitsuko e Sho, ai quali, solo trovando la propria strada fuori dagli schemi, viene concessa una possibilità di redimersi.
Voto: 3/4