Già autori di Il castello (2011) in cui indagavano luci e ombre dell’aeroporto di Milano Malpensa, i due registi si spostano stavolta in Sardegna, tra Cagliari e Nuoro, dove sorge il Poligono sperimentale del Salto di Quirra: la mastodontica struttura attiva dal 1956, area di addestramento della NATO, continua a ospitare sperimentazioni belliche, nonostante nel 2011 sia stata avviata un’inchiesta per disastro ambientale.
La zona circostante, infatti, appare gravemente contaminata: nella (pur bassa) percentuale di popolazione che vi abita è stata riscontrata un’eccezionale incidenza di patologie tumorali, le acque sono avvelenate, il numero di bambini e animali nato con evidenti deformità preoccupante.
Nonostante la tematica fortemente legata alla denuncia sociale, Materia oscura non è il solito documentario: anziché affidare la propria efficacia a interviste e testimonianze documentarie, si costruisce come una sorta di sinfonia visiva divisa in tre atti, lasciando parlare esclusivamente le immagini.
Benchè tale scelta narrativa possa apparire decisamente rischiosa, Materia oscura riesce a colpire lo spettatore per la totale freddezza dello sguardo che utilizza nel mostrare sequenze anche parecchio crude, come quelle che hanno per protagonisti gli animali.
Un’operazione decisamente coraggiosa, totalmente dalla parte della natura e contro l’ottusità umana: quasi una nera favola contemporanea che prende spunto, come dichiara D’Anolfi, più che da una lunga, e spesso monotona, tradizione documentaria di denuncia, da WALL-E e Il mio vicino Totoro.
Voto: 2,5/4