Ieri notte è stato fermato con la famiglia (la moglie e il figlio di otto anni) all'aeroporto di Los Angeles. Ore di attesa e di domande da parte della polizia e dei funzionari dell'immigrazione: Burnat non avrebbe avuto un invito idoneo a partecipare alla cerimonia cinematografica americana. Eppure è candidato.
Minacciato di rimpatrio immediato, Burnat ha contattato il regista americano Michael Moore che si è subito attivato per venirgli in soccorso: l'autore di Bowling a Columbine ha subito chiamato gli organizzatori della cerimonia di premiazione degli Oscar che hanno confermato l'invito di Burnat. Il regista palestinese è stato rilasciato questa mattina.
Burnat ha commentato: "Non è nulla. Ci sono abituato. Quando vivi sotto occupazione, senza nessun diritto, questa è la quotidianità". 5 broken cameras è il primo film palestinese ad essere candidato al premio Oscar. Il documentario racconta, attraverso le cinque telecamere di Burnat distrutte dai soldati israeliani, la resistenza popolare nonviolenta del villaggio palestinese di Bi'lin.