Presentato alla 59ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il film è il quarto lungometraggio del regista e sceneggiatore indipendente Todd Haynes (Velvet Goldmine, Io non sono qui). Pellicola tra le più belle degli anni 2000, Lontano dal Paradiso è, allo stesso tempo, esplicito omaggio ai fiammeggianti melò anni ’50 diretti dal maestro Douglas Sirk e, per estensione, compendio definitivo di un intero genere cinematografico. Connecticut, 1957. I coniugi Whitaker, circondati da ogni agiatezza, con due splendidi bambini, stimati dai concittadini, svolgono una vita solo apparentemente felice: Frank vive una tumultuosa omosessualità repressa che lo porta a trascurare la famiglia, Cathy, madre esemplare e moglie trascurata, è sempre più attratta dal gentile giardiniere di colore. La bigotta moralità della società dell’epoca sarà lo scoglio più grande da superare. L’impeccabile facciata di idilliaca felicità, immortalata dagli splendidi costumi di Sandy Powell e dagli ambienti meravigliosamente fotografati da Edward Lachman, nasconde, in realtà, dolori e sofferenze pronti ad esplodere. Il Paradiso è lontano. Haynes, con uno stile rigoroso e privo di retorica, supera i modelli di riferimento del passato, portando sullo schermo ciò che nelle produzioni hollywoodiane del periodo d’oro era solo possibile suggerire, per motivi di censura. Differenze di classe, omosessualità e tensioni razziali, sono tematiche che si intrecciano in una narrazione fluida ed avvolgente che porta ad un coinvolgimento emotivo senza pari. Lontano dal Paradiso è, soprattutto, uno straordinario ritratto di donna. Classico e moderno al tempo stesso. Straordinaria Julianne Moore, Coppa Volpi a Venezia. Ultima colonna sonora di Elmer Bernstein.
Una meraviglia per gli occhi e per il cuore.