Pellicola divenuta un vero e proprio cult della fantascienza anni ’80, il film è un piccolo gioiello del genere, capace di appassionare oggi esattamente come trent’anni fa.
A causa della violenza e della criminalità dilagante, nel 1997 l’isola di Manhattan è diventata un immenso ghetto adibito a carcere di massima sicurezza. Un ergastolano, reduce di guerra, deve compiere una delicata quanto disperata missione: recuperare il Presidente degli Stati Uniti, intrappolato sull’isola a causa del dirottamento dell’aereo presidenziale, prima che sia troppo tardi. Personaggio iconico, con muscoli in bella mostra e benda nera sull’occhio, Jena Plissken (soprannominato “Snake” nella versione originale, con esplicito riferimento al suo vistoso tatuaggio a forma di serpente) è un memorabile antierore del futuro ribelle e solitario, interpretato da un perfetto Kurt Russell. Curiosamente la parte era stata pensata per Clint Eastwood, ritenuto in seguito poco adatto per la parte. Lee Van Cleef, Ernest Borgnine , Donald Pleasence e Harry Dean Stanton completano un cast da antologia. L’esile vicenda è riscattata da un apparato figurativo e sonoro di rara suggestione: una New York cupa e notturna, avvolta in un’atmosfera claustrofobica come raramente si è vista al cinema, e l’incalzante colonna sonora dello stesso Carpenter, attribuiscono al film un fascino ineguagliabile. Impossibile dimenticare la “fauna punk” che popola Manhattan, contenitore spettrale di una subcultura degradata. Pur muovendosi nel fantastico sociale, le stoccate satiriche non mancano. Epigoni e maldestri tentativi di imitazione in quantità.
Cult.