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Creato il 04 settembre 2013 da Ifilms
Tweet L’eclettico sceneggiatore e regista francese Patrice Leconte sbarca al Lido presentando una pellicola sentimentale di stampo classico che arricchisce il già variegato (e molto valido) quadro che va a comporre la sezione “fuori concorso”. Titolo annunciato alcuni giorni dopo la conferenza stampa ufficiale di presentazione della mostra, Une promesse segna il ritorno di Leconte al cinema classico dopo il film di animazione La bottega dei suicidi, che suscitò non poche polemiche. Basato sul romanzo Le Voyage dans le passé (1929) dello scrittore austriaco Stefan Zweig, il film narra la vicenda di un giovane laureto che, nella Germania di inizio ‘900, prova un sentimento di amore puro verso la bella moglie dell’anziano industriale che gli ha garantito protezione e sicurezza economica, assumendolo come segretario privato nella sua acciaieria. Fugaci esplosioni di passione e lunghi periodo di lontananza tra i due si risolveranno nel tanto desiderato happy ending.   Tutto si sussegue esattamente come ci sia aspetta in questo dramma familiare in un interno tedesco, il cui limite più grande è la totale assenza di personalità. L’apprezzabile tentativo di mettere in scena un film in costume rimane un’operazione superficiale e priva di mordente, dal momento che il contesto storico è solo abbozzato con qualche minimo accenno all’imminente Prima Guerra Mondiale e la ricostruzione d’epoca (in termini di fotografia, scene e arredi) non riesce a trasmettere con il doveroso puntiglio l’aria del periodo. Assolutamente piatta la sceneggiatura diJérôme Tonnerre e dello stesso Leconte, che propone dinamiche grossolane adatte più ad una fiction tv che al grande schermo. Il dissidio interiore del protagonista, combattuto tra amore e riconoscenza, sul filo di una moralità messa a dura prova dai sentimenti più autentici, è un aspetto della vicenda che avrebbe meritato un maggiore approfondimento. Alle prove imbarazzanti dei due giovani protagonisti Richard Madden e Rebecca, si contrappone la presenza magnetica del grande Alan Rickman, il cui fascino tutto british non è stato minimamente intaccato dallo scorrere del tempo.   Voto : 1,5/4

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