Il film narra le vicende della famiglia irlandese Conor, alle prese con un evento destinato a sconvolgere la quotidianità: il capofamiglia (Edward MacLiam) è sopravvissuto a un terribile ictus e, dopo il periodo in ospedale, rientra a casa portando con sé tutte le conseguenze irreversibili della malattia. La madre Vanetia (Maxine Peake) si trova quindi a gestire i due figli, il marito malato e persino un ricercatore giunto dagli Stati Uniti (Will Forte) per studiare la riabilitazione del coniuge.
L’ottimismo non è solo il profumo della vita (come recitava una vecchia pubblicità ormai divenuta tormentone insopportabile), ma è l’unico motore che permette in alcuni casi di andare avanti. E il personaggio interpretato da Maxine Peake ne è una grandissima dimostrazione, sempre disposta a sorridere nonostante tutto ciò che la circonda. Non bisogna mai smettere di correre e saltare: questo è il più bel messaggio che regista e sceneggiatrice riescono a confezionare, in una pellicola in stile Little Miss Sunshine che ha il pregio di rendere leggeri anche i più gravi problemi.
Le ventate di positività, che inizialmente sono supportate alla grande da dialoghi brillanti, nella seconda metà della narrazione divengono stucchevoli a causa di avvenimenti telefonati e privi di interesse. Molto meglio le discussioni serrate e divertenti tra i membri della famiglia che le lunghe pause riflessive dei protagonisti. L’ottimo lavoro del cast (da segnalare soprattutto le prove di Will Forte e Maxine Peake) sono il giusto corollario a una pellicola ben scritta, ben girata e ben interpretata, a cui però manca un pizzico di maturità per essere completamente riuscita.
Voto 2,5/4