La storia (autobiografica) narra la nascita del rapporto tra Jiale (Koh Jia Ler) e Teresa (Angeli Bayani ): il primo è un bambino viziato e poco avvezzo alle regole, mentre la seconda è la sua nuova domestica filippina. Sullo sfondo è vivido il ritratto di una Singapore alla fine dello scorso millennio, falcidiata da una crisi economica che costringe i membri della famiglia protagonista a sacrifici e umiliazioni.
Il film parla direttamente al cuore dello spettatore, e lo fa con il linguaggio più puro che il cinema contemporaneo può utilizzare: quello di un bambino. Il vero merito del regista (che ha prodotto e scritto la pellicola) è esser stato capace di coinvolgere tramite una storia così personale e intima curata in ogni minimo particolare. La sbiadita messa in scena serve a rappresentare al meglio una società travolta dalla crisi che affida ogni sua speranza alla lotteria. Singapore è dunque la vera protagonista, fotografata in tutte le sue sfaccettature etniche (la città è costituita al 42% da stranieri, tra cui grosse comunità di cinesi, malesi, filippini e indiani).
La pellicola purtroppo non ha ancora trovato una distribuzione italiana e anche a causa di scelte come questa il nostro è un paese destinato a restare “provinciale”. Ilo Ilo è la storia di un bambino (ora divenuto grande) e del suo sguardo: non più così ingenuo, è capace ora di raccontare i problemi e le disuguaglianze di un paese chiamato mondo.
Voto: 3/4