Presentato alla 20ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, vincitore del Leone d'oro ex aequo con La grande guerra di Mario Monicelli, Il generale Della Rovere segna il ritorno di Roberto Rossellini a temi bellici e resistenziali, da sempre un suo marchio di fabbrica.
Emanuele Bardone (Vittorio De Sica), truffatore amante del gioco d’azzardo, viene catturato dai nazisti e, per salvarsi la vita, accetta di diventare un collaborazionista: assunta l’identità del generale badogliano Della Rovere, viene mandato nel carcere di San Vittore per smascherare i partigiani. L’esperienza gli farà prendere atto della sua miseria esistenziale e darà inizio al riscatto. Tratto da un soggetto di Indro Montanelli (successivamente rielaborato in un romanzo), il film si concentra sull’individuo inserito in una realtà stravolta dalla guerra e procede con un’analisi morale che poggia completamente sul talento di De Sica, a dir poco straordinario. Non uno dei migliori Rossellini, resta comunque una tappa fondamentale della sua filmografia. Sandra Milo, all’epoca compagna del produttore Moris Ergas, è Olga.
Da vedere.