Opera ultima del cineasta italiano Nanni Moretti (in attesa che esca Margherita, annunciato per il 2014), Habemus Papam rappresenta una tappa di ulteriore rinnovamento nella filmografia di un regista mai sazio di sperimentazioni e indagini, siano esse emozionali o sociali.
La morte del Papa e l’elezione di un successore (Michel Piccoli), che si rivela uomo impaurito e fragile, desideroso di evitare le nuove, devastanti responsabilità che lo scomodo ruolo gli impone, sono uno spunto per analizzare le insidie del Potere, le contraddizioni della fede e l’inutilità della psicanalisi: eterni dilemmi che si accavallano nelle menti di due personaggi (il neoeletto fuggitivo e lo psicanalista incaricato di ricondurlo alla ragione [Moretti]) fondamentalmente soli, smarriti, in cerca di risposte che non arriveranno mai. Un film magnifico, sorretto dall’interpretazione di uno straordinario Michel Piccoli ed impreziosito da comprimari d’eccezione (oltre allo stesso Moretti, spiccano Jerzy Stuhr, Roberto Nobile e Renato Scarpa nei panni dei cardinali). Presentato in concorso al 64º Festival di Cannes, ha vinto uno European Film Award, sette Nastri d'argento e tre David di Donatello.
Assolutamente imperdibile.