Michael Myers: “Un uomo non sbrana”. “Lui non è un uomo”. Parola del dottor Loomis. Il re non poteva che essere lui, inarrestabile macchina di morte creata da John Carpenter, protagonista del memorabile Halloween e di numerosi sequel e remake. Sorta di Golem post-moderno, ossessiona la sorella Laurie. E noi con lei.
Dracula: il signore delle tenebre, simbolo sessuale per eccellenza, oscuro e affascinante non morto che si nutre di sangue umano. Stigmatizzato in modi assai differenti a seconda degli autori che ne hanno affrontato le gesta, e degli attori che gli hanno regalato il volto (da Bela Lugosi a Gary Oldman passando per Christopher Lee) resta uno dei cardini assoluti del genere e una delle poche figure ad essere sempre attuale.
Pazuzu: “Giornata ideale per un esorcismo”. Chi di noi non è trasalito vedendo il volto spettrale di Pazuzu, demone che prende possesso dell’adolescente Regan? Blasfemo, disturbante, sconvolgente, L’esorcista ha segnato un’intera generazione e continua a farlo. Linda Blair rules.
Pinhead: “We will tear your soul apart!” Nato dalla morbosa fantasia del geniale Clive Barker, Pinehead, leader dei Cenobiti, maestoso portatore di inimmaginabili orrori, è divenuto nel tempo riferimento assoluto di un universo carnale e sadomasochistico tra i più agghiaccianti che il cinema ricordi.
Frankenstein, o meglio, la creatura di Frankenstein Victor, dottore e moderno Prometeo talmente ingombrante da oscurare il “figlio putativo” che viene erroneamente identificato con il suo nome. Emblema della diversità inconsapevole, condannato e respinto, destinato alla solitudine, diventa mostro suo malgrado. Raggiungendo l’immortalità, soprattutto grazie all’interpretazione di Boris Karloff.
Leatherface, alias Jedidiah Sawyer (poi Thomas Hewitt nel remake del 2003 firmato da Marcus Nispel). Protagonista assoluto del capolavoro di Tobe Hooper, Non aprite quella porta, ex macellaio, cannibale, va a caccia delle sue vittime con l’inseparabile motosega che ha contribuito a farlo entrare di prepotenza nell’immaginario collettivo. Epica la scena finale del film in cui il nostro danza impazzito sullo sfondo di un tramonto infuocato.
It/Pennywise: “Noi galleggiamo, galleggiamo… e anche tu, se vieni quaggiù con noi, galleggerai!” Il clown più spaventoso di sempre (sotto la maschera, un insospettabile Tim Curry), responsabile del trauma di innumerevoli pargoli che, ormai adulti, scappano urlando alla vista di un naso tondo e rosso. Dalle pagine del maestro Stephen King.
Freddy Krueger: “L'uomo nero non è morto/ha gli artigli come un corvo/fa paura la sua voce/prendi subito la croce/apri gli occhi resta sveglia non dormire questa notte". Si deve a Wes Craven la creazione del serial killer infanticida che, giustiziato dai genitori delle vittime, acquista il potere di uccidere tramite i sogni. Cupo e inquietante nel capostipite, si è poi (sfortunatamente) trasformato in grottesco gigione, condannando l’interprete Robert Englund a un’innumerevole serie di seguiti. Ma pensare a lui rende comunque difficile il sonno.
BOB: "Catch you with my Death Bag". Per chi è cresciuto con la serie televisiva Twin Peaks è impossibile non conoscere l’entità malvagia residente nella Loggia Nera, che si impossessa delle persone per violentare e uccidere (una certa Laura Palmer ne sa senza dubbio qualcosa). Il suo lento strisciare sul divano e i suoi improvvisi e letali attacchi non si dimenticano.
Il Babau: tra i tanti cattivi Disney, il più inquietante e malvagio è sicuramente il Babau, vorace signore degli incubi, incallito giocatore d’azzardo e amante dell’infelicità. Il suo piano è di rara crudeltà: rapire e mangiare Babbo Natale, condannando tutti i bambini a vivere senza la loro festa preferita. Dopo la sconfitta da parte di Jack Skeletron, si rivela ancora più terrificante, sciogliendosi in un disgustoso cumulo di insetti brulicanti.
Sara Barbieri e Camilla Maccaferri