Si tratta di una commedia spenta e a tratti banale che però ha dialoghi totalmente improvvisati dagli attori (a conoscenza solo della successione cronologica degli eventi). Un progetto rischioso al punto tale da divenire affascinare. Un’opera prima affidata completamente alla bravura degli interpreti è un’operazione che è stata tentata poche volte nella storia del cinema.
Il fascino dell’idea però si spegne presto: il lento incedere degli eventi è purtroppo accompagnato da troppi scambi forzati. L’effettiva riuscita del film è minata dalle scarse capacità degli interpreti, non in grado di supportare appieno l’interessante progetto.
Persino la fotografia (curata dal giovane prodigio Ben Richardson, divenuto famoso grazie al grande lavoro svolto in Re della terra selvaggia) passa completamente inosservata, annebbiata dai fiumi di birra che scorrono in Drinking Buddies. Fotografia di una società in cui persino i rapporti umani dipendono dalla quantità di alcol scolato, legami sempre più incompleti per essere considerati coraggiosi.
Voto 2/4