La regista Justine Triet, già documentarista e autrice di corti, esordisce con La Bataille de Solférino nel lungometraggio di finzione, mescolando sapientemente la storia di una famiglia in frantumi con la Storia, cosa pubblica e fragilità private. Il risultato è un'opera davvero riuscita, intensa, matura e ben recitata da un cast in stato di grazia.
Magnifica e grandiosa la ricostruzione della smisurata folla scesa in piazza: la Triet fotografa speranze e gioie di una generazione, con la sensibilità e lo sguardo acuto di chi è capace di restituire la fotografia di un momento cruciale per un'intera nazione.
Inoltre, la regista non è meno abile nella rappresentazione delle psicologie dei suoi personaggi adorabilmente (o sgradevolmente, a seconda dei punti di vista) umani, così disfunzionali e imperfetti. Paradossalmente, si finisce per empatizzare con l'irrequieto, strambo e fallito Vincent e provare irritazione per la donna in carriera Laetitia, così confusa nella gestione nella propria vita privata e nel suo ruolo di genitore. Tra le urla della piazza, gli strilli infiniti delle neonate, i litigi e un pugno di divertenti personaggi di contorno, il film della Triet, diverte e intenerisce. Cinema da festival ma anche da grande pubblico, che occupa un meritato posto nel concorso del 31° Torino Film Festival.
Voto: 3/4