I fiumi di Londra di Ben Aaronovitch

Creato il 19 febbraio 2013 da Tiziana Zita @Cletterarie

Dopo il successo planetario della serie creata da J.K. Rowling sulle avventure del giovane mago Harry Potter, lo scenario letterario ha visto il proliferare di romanzi fantasy sulla falsa riga tracciata della vena creativa della scrittrice inglese, producendo tuttavia racconti per lo più privi di originalità e interesse. Tra questi fortunatamente non si annoverano i romanzi di Ben Aaronovitch, autore anch’egli dai natali britannici, che vanta un’esperienza nel campo della scrittura creativa televisiva per la quale ha ideato alcuni episodi della serie fantascientifica cult Doctor Who.
Ecco quindi arrivare sugli scaffali inglesi e ora anche nelle librerie italiane, I fiumi di Londra, (Rivers of London), il primo libro della serie, dedicato alle avventure del giovane agente della Metropolitan Police di Londra, Peter Grant. 
Destinato a una carriera ordinaria all’interno delle forze di polizia, dopo l’inconsueto incontro con un fantasma durante un’azione notturna, il giovane Peter si ritrova  a vestire il ruolo di apprendista dell’ispettore capo nonché ultimo mago in circolazione, Nightingale, e a contrastare così forze magiche ed eventi soprannaturali. Essendo l’unico allievo, dopo ben 50 anni, si dovrà destreggiare tra intrighi demoniaci, corpi posseduti, dei e ninfe dei fiumi e infine con un nemico non meno pericoloso, l’uggioso traffico delle strade londinesi.

La particolarità del romanzo di Aaronovitch risiede, non tanto nella creazione di un nuovo universo e dei suoi abitanti, peculiarità del mondo potteriano o del capolavoro indiscusso di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, ma nell’approccio fresco e intelligente a questo genere che qui arriva a una commistione tra realtà e fantasia in cui l’umanità, intesa come qualità, appartiene a entrambi, uomini e spiriti.
Le creature soprannaturali che interagiscono con il nostro mondo traggono il loro status divino dagli elementi naturali, dalle passioni umane e dal loro sacrificio. Peter si troverà a stringere amicizia proprio con una di loro, Beverly Brook, che è diventata figlia del fiume quando, con il cuore infranto e senza speranza, è stata salvata dalla promessa di una nuova vita fra le accoglienti braccia del Tamigi. Ecco che l’elemento naturale si desta e torna a essere umano, personificato, attraverso le fattezze di uomini e donne che si contendono il potere mistico con scaltre macchinazioni e giochi di seduzione, mentre le rive di Londra si confondono e sfumano in un’atmosfera più tipica della New Orleans del voodoo e delle arti magiche.

Il Tamigi con le sue acque diventa il protagonista attivo di queste avventure, ricordando un tempo, quando le storie si tessevano intorno agli elementi di terra, fuoco, aria e acqua e il mondo era abitato da dei invidiosi e uomini che sarebbero diventati miti (e qui un piccolo accenno è dovuto alla saga di Percy Jackson di Rick Riordan oltremodo penalizzata da un pessimo adattamento cinematografico). Ma non è solo il padre Tamigi – il fiume che è stato testimone prediletto della storia del Regno Unito – a scorrere tra le pagine di I fiumi di Londra, sono infatti i suoi litigiosi figli che invadono prepotentemente le strade della capitale inglese, fornendo ai più anche un ripasso dei nomi degli affluenti – Ty, Lea, Ash, Beverly per citarne solo alcuni – .
Agli amanti del genere fantasy, o in questo caso più appropriatamente dello urban fantasy, questo romanzo regala momenti di suspance alternati a episodi esilaranti, entrambi scritti con l’inchiostro impregnato da quello humour inglese che è il tratto distintivo dei personaggi che lo abitano. E il desiderio di leggere riga dopo riga, senza dover mai smettere, afferra il lettore e lo trasporta con sé nel suo viaggio in compagnia dei fiumi di Londra, trascinato dal ritmo del romanzo, dal suo scorrere a tratti lievi e a volte tumultuosi, come se quegli stessi esseri di cui si racconta ne avessero preso possesso.

La regina Elisabetta

Accade lo stesso per gli altri due volumi della serie, Moon Over Soho e Whispers Under Ground (non ancora pubblicati in Italia), in cui continuano le avventure del nostro Peter Grant, sempre alle prese con i suoi studi magici in rivalità con la tecnologia moderna. Stavolta  Aaronovitch ci trascina  tra le strade di Soho, il quartiere artistico e stravagante per eccellenza,  o giù, sempre più in basso, nei cunicoli soffocanti, bui e antichi della metropolitana londinese. Con lo stesso guizzo di humour brillante racconta nuove avventure in cui i personaggi crescono e maturano, pur essendo accompagnati da un lato fanciullesco che non li abbandona mai, siano essi maghi o uomini. Nuovi personaggi incrociano la strada di Peter, in un mondo in cui il soprannaturale sta per tornare prepotentemente alla ribalta, aumentando i pericoli sul percorso del nostro protagonista.

Dopo Rivers of London, che ha fatto guadagnare al suo autore una nomination come nuovo scrittore dell’anno al Galaxy National Book Awards, si prosegue in un turbinio crescente di misfatti e scoperte che ci portano in esplorazione del cuore di una delle più affascinanti capitali europee in compagnia di guide… alquanto eccezionali.


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