I fondi europei, questi sconosciuti

Creato il 17 maggio 2014 da Makinsud

Quante volte abbiamo sentito le dichiarazioni del politico Tizio o dell’amministratore Caio lamentare uno spreco, una carenza o addirittura una totale assenza di utilizzo dei tanto vituperati fondi europei? E quante volte sono stati scoperchiati covi di malaffare, clientele e corruttele a tutti i livelli nella gestione degli stessi fondi di cui sopra?

Per ammissione dello stesso sindaco di Catania Enzo Bianco, i fondi Pac messi a disposizione dall’Unione Europea sono stati utilizzati poco e male negli anni passati; il che, aggiungiamo noi, ha indubbiamente contribuito ad aggravare le condizioni di salute del già gravemente malato paziente Italia. Proprio per questo motivo il sindaco di Catania si è fatto promotore del seminario “Giornata di In-Formazione”, svoltosi a Catania a Palazzo degli Elefanti lunedì scorso, sul tema “Infanzia e Anziani nel Piano di Azione e Coesione” organizzato nell’ambito del programma nazionale “Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti”.

All’incontro hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell’Interno, della Regione e dei comuni. Fondamentale, infatti, è la più totale sinergia tra tutti i livelli istituzionali, oltre naturalmente alla collaborazione tra le istituzioni e il privato per rendere poi effettivamente spendibili e produttivi i fondi europei.

Sempre lunedì 12, tra l’altro, usciva un rapporto di Save the Children che, proprio in tema di infanzia, sanciva che le regioni del Sud sono quelle dove l’offerta di servizi ed occasioni educative e formative per bambini e adolescenti è più “scarsa ed inadeguata”, con dati disastrosi riguardo la presenza sul territorio di asili nido, e la dispersione scolastica, particolarmente elevata in Sicilia ed in Campania, ma che non risparmia neanche le regioni del nord.

Con uno Stato che continua ad effettuare tagli alla spesa pubblica riducendo sempre più il sistema di tutele che una volta chiamavamo Stato Sociale, l’utilizzo dei fondi europei è ormai l’unica leva rimasta nelle nostre mani per riportare la qualità dei servizi, soprattutto di quelli riguardanti le categorie più “deboli”, ad un livello dignitoso; pertanto ben vengano le occasioni di informazione e di intraprendenza in questo senso, anche se ancora parecchia strada rimane da percorrere.


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