Da qualche mese a questa parte sono tornato a leggere fumetti in maniera assidua. Ho praticamente ripescato una mia vecchia passione sopita da anni e ho cominciato a riassaporare un tipo di lettura che in passato mi aveva dato tante soddisfazioni. Ovviamente, dopo esser tornato a leggere, sono anche tornato ad informarmi. Questo significa fare domande al fumettaro, parlarne con amici che ne capiscono di più, fare ricerche su internet e spulciare forum, blog e l'ormai indispensabile youtube. Il bello è che leggendo, ascoltando ed informandomi mi sono reso anche conto di quanto le cose siano cambiate da quando leggevo fumetti con una certa regolarità all'incirca dieci-quindici anni fa. Ovviamente internet fa la differenza, ovviamente i fumetti sono cambiati, ovviamente sono cambiati anche i lettori. Solo una cosa sembra essere rimasta la stessa: l'idea che ha dei fumetti chi non li legge!
Prima di tutto però, chi è l'attuale lettore di fumetti? Credo esistano essenzialmente due macro-categorie: la prima è costituita dai vecchi lettori, la seconda dai giovani nuovi. I primi sono lettori che hanno cominciato da ragazzini e che leggono ancora oggi, i trentenni, i quarantenni e i cinquantenni di adesso. I secondi sono i ragazzi(ni) attuali, quelli che tra l'infanzia e la post adolescenza hanno iniziato a dedicarsi a questo genere di lettura. Sono rare invece quelle persone che, ad una certa età, cominciano a leggere fumetti. Ovviamente non sto parlando di lettori occasionali, di quelli che nel corso degli anni un Diabolik, un Uomo Ragno o un Dylan Dog se lo sono pure goduto, forse a casa di un amico, forse perché all'autogrill non c'era altro. Parlo di lettori duri e puri, che il medium lo conoscono e lo apprezzano, che leggono per passione. Il tipo di lettore però si distingue anche in base al tipo di letture. C'è chi legge qualunque cosa, chi solo manga, chi solo comics e chi segue solo il fumetto europeo o italiano. Un'ulteriore distinzione si potrebbe fare in base al tipo di lettura (gli argomenti, il target) o al genere: c'è chi legge supereroi, chi horror, chi fantascienza o sentimentali, chi fumetti storici o romanzi a fumetti. L'età del lettore è indicativa per capire cosa egli legga, ma non indispensabile. Non c'è limite di età, insomma, per poter godersi One Piece e non ce n'è per godersi Iron Man o Watchman.
Il lettore di fumetti però resta il membro di una specie di setta. appassionato di qualcosa che dai più, dagli esterni, non viene ancora compreso. Il fumetto, soprattutto qui da noi, non è stato ancora sdoganato del tutto. Leggi fumetti? Sei un nerd. Leggi fumetti? Roba per bambini. Leggi i fumetti? Ti piacciono i supereroi. Qualche settimana fa sono riuscito a far leggere a mio padre I Maestri dell'Orzo e, a lettura conclusa, le sue parole sono state: "ma questo non è un fumetto, è un romanzo a fumetti". Io stesso, parlando una volta di fumetti su facebook, mi sono sentito dire "ma non sei un po' troppo grande per queste cose?". Sinceramente non sono estraneo a questo tipo di discriminazione. Mi ricorda il modo in cui vengo guardato o apostrofato quando mi dichiaro appassionato di film horror. Cinema di serie B in questo caso come letteratura di serie B nell'altro. Non importa la qualità, non importa il messaggio che può essere veicolato, non importa il target. Importa il modo che ha certa gente, la massa, di intendere quella data cosa.
Il bello è che gli appassionati di fumetti, come se non bastasse, si discriminano tra loro. Riescono persino ad autodiscriminarsi, a volte. E così chi legge manga si autodefinisce otaku (termine che non è stato rivalutato com'è successo a nerd), pretende che il manga non sia un fumetto e sputa nel piatto in cui mangia, la propria cultura (millenaria quanto quella giapponese, ma diversa: né migliore, né peggiore). Chi legge comics discrimina i manga (tutta merda) e chi li legge (
Troppo facile focalizzarsi su prodotti che sono IN senza badare a tutto il resto, che è OUT. Le mode fanno male perché elevano sempre un prodotto a prescindere dalla qualità e perché danno un'immagine sbagliata dello stesso. Dragonball, ad esempio: uno shonen (per ragazzini ma che può essere benissimo letto da un adulto) che per quanto sia bello resta uno shonen, con determinate dinamiche e ovvi meccanismi. Sì, può avvincere tranquillamente un adulto ma ha un suo target e io lo proibirei tranquillamente a bambini di 10 anni. O Spider-man, che per quanto possa aver in se tematiche adulte viene visto per ragazzini perché esiste lo zainetto, il diario o le pantofole pucciose. O Fairy Tail acclamato come capolavoro perché molto diffuso e, poiché molto diffuso, divenuto esempio qualitativo per i manga come lo è diventato Deadpool per i comics.
Prima parlavo di differenze tra i miei tempi (quanto mi sento vecchio) e gli attuali. Certo, i gusti sono cambiati, sono cambiate le mode, sono cambiati i lettori. Sono cambiati disegnatori e sceneggiatori, è cambiata l'industria. La globalizzazione ha avuto effetti sull'arte e l'ha cambiata profondamente, l'industria. E poi c'è internet. Ecco, internet è una lama a doppio taglio. Se da un lato permette un'informazione che tempo fa era impensabile, dall'altro condiziona la gente. Gente che spesso non è capace di informarsi, che non è in grado (anzi, non ha voglia) di selezionare le fonti. Gente senza parametri di giudizio, che una cosa la osannano solo perché l'ha osannata il loro mito telematico. Vado su youtube e trovo una sfilza di persone che fa recensioni, video-acquisti e roba del genere. Chi sono? Che competenze hanno? Spesso non sono nemmeno in grado di motivare un'opinione. La stessa cosa si potrebbe dire di alcuni blogger ma credo che al giorno d'oggi sia più facile accendere la camera dello smartphone e filmarsi piuttosto che mettersi a scrivere un post.
Con questo non voglio dire che non esistano youtuber eccellenti in Italia (perché io dell'Italia posso parlare) e anzi, potrei citare i conosciutissimi Dario Moccia o Sommobuta e i meno conosciuti Castelli di Carta o Kirio 1984, ma sono veramente in pochi. E sono gli youtuber a veicolare i gusti della gente, a fare informazione, a dare consigli. Non è certo la stampa, non sono più i blogger. Nel mondo del fumetto o in quello dei gamers (per cui vale gran parte delle cose che ho scritto in questo post). E' vero, un tempo tutto questo non c'era e se volevo sapere qualcosa del fumetto A, magari leggerne un paio di pagine, e paragonarlo al fumetto B per capire cosa mi convenisse comprare, dovevo o procurarmi una fanzina o parlarne con chi già li aveva letti o chiedere al fumettaro. Oggi invece basta un click, basta la chiave di ricerca giusta. Un potere incredibile che viene sprecato. E tutti a leggere A perché l'ha detto X o a ricoprire di merda B perché lo ha detto Y. E intanto il proprio senso del gusto non viene allenato, non viene allenata l'onestà intellettuale e i fumetti restano roba per bambini che effettivamente non ne conoscono neanche la storia, non sanno chi sia Tezuka o Eisner, Moebius o Sclavi.
Non c'è cultura, in nessun ambito. Passano i tempi e a me sembra di involvere. Discorsi da persona che ha superato i 30 e che pare ne abbia 60, di anni. Mi faccio schifo da solo.