Ieri avevo ospiti con i quali ho pranzato a San Miniato.
Hanno visto il manifesto della festa dei Fuochi di San Giovanni, la manifestazione popolare che da sempre si svolge sul prato della Rocca di San Miniato.
Faccio subito notare ai signori, che non si tratta di fuochi d'artificio, ma di semplici, per così dire, falò di fascine e paglia.
Spiego loro che più che festeggiare il santo, è una sorta di rito, tra il religioso ed il pagano, dove si propizie il buon esito della raccolta del grano, raccontando loro del rituale della mosca messa a bruciare sulle braci.
La mosca sono piccoli mazzi di spighe ed un aglio, legati sulla punta di un'asta, e arrostiti per propiziare la raccolta di messi sane e che si possano poi conservare a lungo.
I signori si aspettano che ci saranno tante bancarelle, ma invece, preciso, non ci sarà nessuna bancarella, se non un piccolo bacino dove si vederanno le "rificolone", lanterne di carta con una candela all'interno legate ad una canna, che servono ad illuminare il cammino per chi sale verso la torre.
I miei ospiti restano un po' sorpresi. Li tranquillizzo.
E' una festa dove non c'è niente da comprare, niente da spendere. Ma c'è tutto, perché c'è un falò, la bellezza di fuoco da stare ad ammirare tutti assieme, fino a che non si spegne.