So che li notate e siete pronti a fotografarli passando sotto, in strada, tanto nessuno ha mai sollevato un problema di privacy felina. Loro nemmeno sanno di tutto questo battage pubblicitario che li vede protagonisti sull’Internet quando mancano contenuti più interessanti, altrimenti non si spiegherebbe il successo delle colonnine dei quotidiani on line e cose come Instagram che sono veri e propri domini di gattari e gattare, e non è un atteggiamento di spocchia perché sono il primo a pubblicare ritratti dei miei gatti con soddisfazione. Nessuno di loro sa quando e come qualcuno gli ha scattato quella specifica foto, ogni istante nella vita di un gatto è uguale a tutti gli altri ed è per questo motivo che quando cambiano comportamento o rito siamo i primi, noi padroni di gatti, a chiederci che cosa sia davvero successo. Da qualche settimana i miei due tigratissimi coinquilini passano molto tempo sulla scrivania nella stanza di mia figlia, che è proprio sotto una finestra. Ma dubito che qualcuno li abbia notati e abbia fatto una foto, si tratta di una strada di un quartiere dormitorio dove non passa nessuno e se qualcuno passa lo fa di fretta per rientrare a casa. Ci sono gazze e altri uccelli che scorrazzano sui tetti di fronte, ma quelli si vedono dovunque. I miei due gatti vivono nel mio appartamento da quando sono nati – sono fratello e sorella – e non hanno mai conosciuto la natura se non sul balcone. Qualche insetto, qualche cavalletta, un piccolo di merlo che non so come era finito nelle loro grinfie, le piante che teniamo nella bella stagione, tutto qui. Qualcuno, qualche giorno fa, si è lasciato scappare una smorfia di dissenso quando ho confermato che l’unica superficie che i miei gatti hanno mai calpestato nella loro vita è il pavimento o al massimo il laminato della cucina, sarà per questo che hanno i cuscinetti sotto le zampe morbidissimi, lo so perché amano essere tenuti per mano quando si vengono a sdraiare con noi nel letto ogni sera. Qualcuno dicevo si è lasciato scappare una smorfia e mi ha pure detto che per loro è un vero trauma quello di non poter conoscere l’ambiente naturale che c’è là fuori. Non abbiamo un giardino, nemmeno condominiale, e poi non dimentichiamo che là fuori ci sono automobili, corrieri con i furgoni che impestano le strade trasportando i frutti dell’e-commerce, i mezzi pesanti che fanno la spola tra i cantieri per terminare in tempo l’area dell’Expo. Insomma, chissà se i miei gatti preferiscono l’ambiente protetto delle nostre coccole ai rischi e agli stenti della libertà: non gliel’ho mai chiesto ma dubito riuscirebbero a rispondermi con franchezza. Quindi la nuova abitudine dei miei due gatti di trascorrere un po’ di tempo alla finestra della cameretta di mia figlia guardando fuori io l’ho intesa come la malinconica risposta al richiamo del mondo selvaggio fatto di gazze e merli e cavallette da inseguire sull’asfalto tra un SUV e un altro, una cosa che mi fa venire voglia di consolare loro come tutte le persone che passano del tempo alla finestra a immaginare come è lì sotto, anche solo sperando che qualcuno passi e scatti una foto.
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