La Fotografia di ritratto è la fotografia di una persona o un gruppo di persone realizzata al fine di visualizzane l’espressione, la personalità e l’umore. Come altri tipi di ritrattistica, il focus della fotografia ritrattistica è di solito il volto della persona, anche se in taluni casi diventano parte dello scatto anche lo sfondo ed il corpo del soggetto.
Storia della fotografia ritrattistica
La fotografia di ritratto si è sviluppata massicciamente verso la metà del XIX secolo, grazie al costo relativamente basso del dagherrotipo ed al tempo di seduta ridotto necessario ad ottenere un ritratto, soprattutto se confrontato con un dipinto.
Lo stile delle prime fotografie riflette le sfide tecniche di quel periodo: dai lunghi tempi di esposizione fino all’estetica del tempo, ben differente da quanto accade oggi. Generalmente i soggetti fotografati venivano fatti sedere in studi fotografici dinanzi a sfondi semplici ed illuminati con la luce soffusa proveniente da una finestra, riflessa tramite l’utilizzo si specchi. I progressi nelle attrezzature fotografiche e nelle tecniche di sviluppo ha quindi dato la possibilità ai fotografi, nel corso dei tempi, di catturare immagini con tempi di esposizione più brevi nonché di praticare la fotografia ritrattistica al di fuori dello studio fotografico.
Stili per la fotografia ritrattistica
Ci sono molte tecniche differenti per la fotografia di ritratto. In particolare, quando si fa fotografia ritrattistica si tende a catturare gli occhi del soggetto e il viso a fuoco, lasciando che il resto degli elementi meno importanti siano fuori fuoco. In altri casi la fotografia ritrattistica può concentrarsi su particolari differenti, quali le mani, gli occhi o parte del tronco del soggetto.
Approcci alla fotografia ritrattistica
Ci sono essenzialmente quattro approcci che possono essere adottati nella ritrattistica fotografica: il costruzionista, l’ambientale, lo schietto, e l’approccio creativo. Ognuno di essi è stato utilizzato nel corso del tempo per ragioni diverse come tecnica, artistica o culturale.
L’approccio costruzionista è quando il fotografo costruisce un’idea intorno al ritratto: un famiglia felice, una coppia romantica, un dirigente affidabile. È l’approccio utilizzato principalmente in studio e relativa alla fotografia sociale. E’anche ampiamente utilizzata in pubblicità e ne, marketing quando è necessario diffondere una particolare idea o concetto.
L’approccio ambientale descrive il soggetto nel suo ambiente: quello di lavoro, nel tempo libero, ,familiare. Il o i soggetto sono spesso fotografati mentre sono intenti a fare qualcosa: un insegnante in una classe, un artista in uno studio, un bambino in un parco giochi. Con l’approccio ambientale si da molta importanza al contesto piuttosto che al soggetto. Le immagini fotografate seguendo questo approccio possono avere un significato storico e sociale: come detto l’importante è il contesto in cui sono realizzate, come edifici storici o ambientazioni in grado di evocare ricordi particolari.
L’approccio schietto è quello con cui le persone vengono fotografate a loro insaputa mentre svolgono il loro lavoro quotidiano. Anche se questo approccio (molto amato dai paparazzi) è criticato e disapprovato per ovvie ragioni, la fotografia schietta è meno invasiva ed è stata in grado in regalare immagini importanti di persone in diverse situazioni e luoghi. Le immagini dei parigini di Doisneau o le fotografie di Cartier-Bresson lo dimostrano: i due fotografi sono stati maestri in questo tipo di fotografia. Come con la fotografia ambientale, la fotografia schietta è importante come fonte storica di informazioni sulle persone.
L’approccio creativo è dove la manipolazione digitale (in passato manipolazione in camera oscura) è esasperata, permettendo al fotografo di produrre splendide immagini dei soggetti fotografati. L’approccio creativo sta diventando una forma sempre più importante di ritrattistica, complice il diffondersi a macchia d’olio dei programmi di fotoritocco
Le Lenti per la fotografia ritrattistica
Le lenti utilizzate nella fotografia di ritratto sono classicamente veloci e sono dei teleobiettivi medi (anche se nulla vieta di usare qualunque tipo di lente). Esistono e sono esistiti degli obiettivi realizzati appositamente, come il Petzval – il primo obiettivo per ritrattistica della storia – sviluppato nel 1840 da Joseph Petzval. Questo obiettivo aveva un campo visivo relativamente ristretto (30 gradi), una lunghezza focale di 150 mm ed un’apertura f/ 3,3-3,7.
La lunghezza focale classica per un obiettivo per fotografia ritrattistica è compresa nella gamma 80-135mm sul formato pellicola 135 e circa 150-400mm su grande formato (storicamente è il primo impiegato nel campo della fotografia). Questa lunghezza focale fornisce una distorsione della prospettiva, con un generale appiattimento del soggetto quando questo è inquadrato con incluse testa e spalle.
Le lenti grandangolari richiedono che la fotografia sia realizzata da più vicino e la distorsione prospettica risultante produce un naso relativamente più grande e orecchie più piccole, cosa che spesso non è molto amata. Gli obiettivi grandangolari – o anche le lenti fisheye – possono essere utilizzati per aggiungere un effetto artistico, soprattutto per produrre un’immagine grottesca. Al contrario, lunghezze focali più lunghe fanno ottenere un maggiore appiattimento perché sono utilizzati da più lontano. Un appiattimento eccessivo ma anche la troppa distanza dal soggetto (cosa che rende difficoltose le comunicazioni con il soggetto) tende a rendere meno interessante questo tipo di lunghezza focale..
Le lenti veloci (diaframma aperto) sono preferite, in quanto consentono una profondità di campo maggiore (sfocatura dello sfondo), cosa che aiuta a isolare il soggetto dallo sfondo e focalizzare l’attenzione su di essi. Ciò è particolarmente utile quando si fotografa al di fuori dello studio fotografico, dove ciò che circonda il soggetto potrebbe essere fonte di distrazione. Tuttavia, le lenti con aperture troppo spinte sono meno utilizzate in quanto hanno una profondità di campo molto ristretta, cosa che non permette di avere a fuoco l’intero volto del soggetto. Normalmente le aperture massime impiegate sono f/.8 o f/2. Obiettivi con aperture f/1.2 oppure f/1.4 genereranno una forte sfocatura sul volto del soggetto (gli occhi a fuoco, ma le orecchie e il naso fuori fuoco).
Nel caso dei ritratti ambientali in cui il soggetto è fotografato nel suo ambiente, la sfocatura è meno desiderabile o addirittura un problema, per cui sono preferibili lenti con angolo più ampio per poter mostrare il contesto intorno al soggetto
Infine il soft focus (aberrazione sferica) è a volte un effetto desiderato, in particolare in fotografia glamour dove lo sguardo “vaporoso” è considerato un di più. Il Canon EF 135mm con Softfocus è un esempio di un obiettivo progettato con una quantità controllabile di messa a fuoco dolce.
Gli obiettivi primari (quelli a lunghezza focale fissa) sono preferiti agli obiettivi a lunghezza focale variabile sia perché lo zoom non è necessario per questo tipo di fotografia, sia perché gli obiettivi primari sono più leggeri, più economici, più veloci, di più elevata qualità. In aggiunta un obiettivo zoom può introdurre distorsioni geometriche molto poco lusinghiere come la distorsione a barilotto o distorsione a cuscinetto. Ovviamente possono essere utilizzati obiettivi zoom, soprattutto se vogliamo realizzare delle foto spontanee o realizzare delle inquadrature creative.
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