di Daniela
I giardini giapponesi
A chi sta per andare in Giappone, una delle cose che consiglio sempre è di non perdere l’occasione di ammirare gli splendidi giardini giapponesi, luoghi meravigliosi in cui regna un’armonia di elementi naturali, volti alla creazione della bellezza assoluta. È piacevole immergersi in queste atmosfere, dove poter contemplare la natura nei suoi colori e cambiamenti stagionali.
Il giardino giapponese mira a creare una composizione scenica che imiti la natura nel modo più semplice possibile: alberi, rocce e acqua sono gli elementi fondamentali per i giardini, la cui realizzazione si basa su tre principi: la scala ridotta, attraverso una miniaturizzazione di paesaggi naturali; la simbolizzazione, che implica l’astrazione, come accade nei giardini secchi in cui la sabbia bianca rappresenta l’acqua; infine i paesaggi presi in prestito, in cui un panorama esterno al giardino, come una montagna, diventa sfondo rendendolo parte integrante della composizione scenica.
I primi giardini giapponesi, risalenti all’epoca Nara (710-794), erano realizzati per gli imperatori e i nobili per il mero piacere estetico e il loro scopo era esclusivamente ricreativo. In epoca Heian (794-1185) si diffondono i magnifici giardini in stile shinden-zukuri, tipici delle residenze nobiliari e denominati anche “giardini d’acqua”, per la presenza di isolotti e ponti: con le estati calde e afose di Kyoto, ruscelli e laghetti servivano a dare una sensazione di frescura.
Nel X secolo con la diffusione tra la nobiltà della pratica del Buddhismo della Terra Pura, nasce un nuovo stile chiamato jōdo, in cui i giardini erano modellati sulle immagini del Paradiso della Terra Pura descritte nei testi sacri, così da ricreare in terra il Paradiso del Buddha Amida. Punto focale è il laghetto con un ponte ad arco collegato a un’isola posta al centro. Magnifico esempio di questo stile architettonico è il tempio Byodoin a Uji, vicino Kyoto.
Byodoin o Tempio della Fenice, (Foto by JNTO)
Il periodo Kamakura (1185-1333) vede l’ascesa della classe guerriera e la forte influenza dei monaci Zen: ciò determina grandi cambiamenti nell’architettura dei palazzi residenziali e dei giardini. A questo periodo risalgono i giardini karesansui, i giardini secchi profondamente influenzati dal buddhismo Zen e caratterizzati da un’astrazione estrema: gruppi di rocce rappresentano montagne o cascate, e la sabbia bianca rastrellata con cura serve a dare l’idea dell’acqua scorre. I giardini così si trasformano da luoghi ricreativi e di piacere, a luoghi per la meditazione.
ESEMPI DI GIARDINI KARESANSUI
In seguito, con lo sviluppo della cerimonia del tè, si diffonde anche l’architettura dei luoghi legati alla cerimonia, le chashitsu (case da tè) e i roji (i giardini del tè), progettati in modo da avere un’apparenza estremamente naturale. Dovevano essere luoghi rilassanti in cui poter ammirare il paesaggio godendo delle meraviglie naturali e che conducevano, attraverso un viottolo in pietra chiamato tobi-ishi, verso la sala in cui si svolgeva la cerimonia.
Le varie forme che i giardini assunsero nel corso dei secoli furono sintetizzate nel periodo Edo (1600-1868) nei giardini in stile kaiyu (molti piaceri) creati per i signori feudali. Pietre e alberi maestosi erano impiegati per creare riproduzioni in miniatura di famose vedute. Il giardino della villa di Katsuura a Kyoto è un giardino in tipico stile kaiyu, con un laghetto al centro e molte case da tè che lo circondano.
I TRE GIARDINI DEL GIAPPONE 三名園 (Sanmeien)
I giapponesi, maniaci della catalogazione, hanno stilato diversi elenchi (potremmo definirle TOP 3) di luoghi, feste e tradizioni considerate le migliori del paese. I tre giardini considerati più belli del Giappone sono:
- Giardino di Kairakuen (città di Mito)
- Giardino di Kenrokuen (città di Kanazawa)
- Giardino di Korakuen (città di Okayama)
Tutti risalenti al periodo Edo e realizzati secondo lo stile kaiyu, sono sicuramente una tappa da prendere in considerazione per il vostro prossimo viaggio in Giappone.