Ci sono aziende che hanno deciso di limitare o addirittura vietare l’uso dei social network in ufficio. Vedendo quello che hanno combinato alcuni giocatori della Roma, si direbbe che in fondo non hanno tutti i torti. Dopo che Simon Kjaer si era lamentato dell’arbitraggio di Siena con una sequela di cinguettii, la società giallorossa si è indispettita ed ha redarguito lui, oltre l’attaccante Bojan Krkic e il difensor Jose Angel.
“Mi sento truffato. Il rigore non c’era”. Una dichiarazione fuori luogo, quella di Kjaer, visto che la Roma non intende in alcun modo parlare degli arbitraggi. Il cinguettio di Kjaer ha scatenato gli sberleffi dei tifosi laziali, le ire del pubblico romanista e il dispiacere dei dirigenti che ieri hanno redarguito il danese. Non una censura assoluta verso i social network (utilizzati dalla maggior parte dei giocatori professionisti), ma un invito chiaro a non esagerare. “Simon pensa solo al giudizio di Luis Enrique e intende restare qui a lungo”, ha replicato l’agente del danese.
L’altro grande appassionato di computer è Josè Angel, che ieri notte su Facebook se l’è presa con il terreno del Franchi: “La squadra ha cercato di adattarsi in maniera migliore al campo di Siena, duro e non favorevole al nostro gioco”. La dichiarazione è stata commentata da parecchi tifosi inferociti: “Pensa a giocare, invece di perdere tempo sul computer”.
Oggi a Trigoria, centro tecnico della Roma, verrà presentato il nuovo acquisto Marquinho. Anche lui è fan accanito di Twitter. E te pareva.