Il potere è nostro, ma quella gente continuerà a conservarlo, se le masse continueranno a sostenerli e le masse possono essere convinte a fare qualsiasi cosa. Le persone che avranno il potere devono essere preparate a gestirlo. Fino a oggi, per migliaia di anni, nessuno è mai stato educato in questo senso. Se una persona vuole fare il pugile, non la buttate sul ring dicendole: “Datti da fare! Devi imparare”. Se una persona vuole diventare uno schermidore dovrà allenarsi per anni, altrimenti non saprà neppure tenere in mano la spada e le sarà impossibile usarla per combattere. Come prima cosa dovrà imparare a estrarla dal fodero e a tenerla in mano. Si dovrà allenare. Non date in mano una chitarra a qualcuno che non ne ha mai vista una, aspettandovi che suoni come un Mozart o un Ravi Shankar. Ecco perché propongo che in ogni università nascano due nuove facoltà: la prima sarà un istituto per la “deprogrammazione”. La seconda facoltà sarà l’istituto per la meditazione, perché la semplice deprogrammazione non è sufficiente. Questa ti ripulisce da ogni contaminazione, ma restare vuoti è difficile: presto torneresti a raccogliere immondizia. Da solo non saresti capace di imparare a vivere felice nel tuo vuoto interiore e l’arte della meditazione consiste proprio in questo. Per cui questo istituto ti fornirà l’aiuto della meditazione. Non sono necessarie cose complesse: sono le università e gli intellettuali che hanno la tendenza a complicare le cose! È sufficiente un semplice metodo di osservazione del proprio respiro: ogni giorno, per un’ora, dovrai andare in quell’istituto per stare semplicemente seduto in silenzio a osservare il processo della tua mente, mentre la tua attenzione resta focalizzata sul respiro. Non occorre fare nulla. Sii un semplice testimone, un osservatore, uno scrutatore, guarda il movimento della mente: lo scorrere di pensieri, desideri, ricordi, sogni e fantasie. Resta semplicemente distaccato, tranquillo, senza criticare, senza giudicare. Quando afferri il meccanismo, diventa la cosa più facile del mondo. Per ciò che concerne la meditazione, vanno ricordate alcune cose essenziali: la prima è lo stato di rilassamento, privo di lotta, di controllo, di concentrazione. La seconda è l’osservazione attenta: sii testimone di qualsiasi cosa accada dentro di te. E come terza cosa, non sviluppare giudizi o analisi su ciò che succede. Sii un semplice osservatore. Il corpo cambia, la mente cambia, le emozioni cambiano: solo il testimone resta sempre lo stesso. Praticando l’osservazione, noterai che le nuvole dei pensieri e delle emozioni pian piano inizieranno a disperdersi, facendo apparire il vasto cielo azzurro del tuo essere interiore: proverai cosa sia andare al di là della struttura corpo-mente-cuore. E quando avrai sperimentato questo stato dell’essere, avrai assaporato la meditazione: e la meditazione è pace, gioia e appagamento.Fonte: "Osho, La Grande Sfida", Bompiani Editore
Il potere è nostro, ma quella gente continuerà a conservarlo, se le masse continueranno a sostenerli e le masse possono essere convinte a fare qualsiasi cosa. Le persone che avranno il potere devono essere preparate a gestirlo. Fino a oggi, per migliaia di anni, nessuno è mai stato educato in questo senso. Se una persona vuole fare il pugile, non la buttate sul ring dicendole: “Datti da fare! Devi imparare”. Se una persona vuole diventare uno schermidore dovrà allenarsi per anni, altrimenti non saprà neppure tenere in mano la spada e le sarà impossibile usarla per combattere. Come prima cosa dovrà imparare a estrarla dal fodero e a tenerla in mano. Si dovrà allenare. Non date in mano una chitarra a qualcuno che non ne ha mai vista una, aspettandovi che suoni come un Mozart o un Ravi Shankar. Ecco perché propongo che in ogni università nascano due nuove facoltà: la prima sarà un istituto per la “deprogrammazione”. La seconda facoltà sarà l’istituto per la meditazione, perché la semplice deprogrammazione non è sufficiente. Questa ti ripulisce da ogni contaminazione, ma restare vuoti è difficile: presto torneresti a raccogliere immondizia. Da solo non saresti capace di imparare a vivere felice nel tuo vuoto interiore e l’arte della meditazione consiste proprio in questo. Per cui questo istituto ti fornirà l’aiuto della meditazione. Non sono necessarie cose complesse: sono le università e gli intellettuali che hanno la tendenza a complicare le cose! È sufficiente un semplice metodo di osservazione del proprio respiro: ogni giorno, per un’ora, dovrai andare in quell’istituto per stare semplicemente seduto in silenzio a osservare il processo della tua mente, mentre la tua attenzione resta focalizzata sul respiro. Non occorre fare nulla. Sii un semplice testimone, un osservatore, uno scrutatore, guarda il movimento della mente: lo scorrere di pensieri, desideri, ricordi, sogni e fantasie. Resta semplicemente distaccato, tranquillo, senza criticare, senza giudicare. Quando afferri il meccanismo, diventa la cosa più facile del mondo. Per ciò che concerne la meditazione, vanno ricordate alcune cose essenziali: la prima è lo stato di rilassamento, privo di lotta, di controllo, di concentrazione. La seconda è l’osservazione attenta: sii testimone di qualsiasi cosa accada dentro di te. E come terza cosa, non sviluppare giudizi o analisi su ciò che succede. Sii un semplice osservatore. Il corpo cambia, la mente cambia, le emozioni cambiano: solo il testimone resta sempre lo stesso. Praticando l’osservazione, noterai che le nuvole dei pensieri e delle emozioni pian piano inizieranno a disperdersi, facendo apparire il vasto cielo azzurro del tuo essere interiore: proverai cosa sia andare al di là della struttura corpo-mente-cuore. E quando avrai sperimentato questo stato dell’essere, avrai assaporato la meditazione: e la meditazione è pace, gioia e appagamento.Fonte: "Osho, La Grande Sfida", Bompiani Editore
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