Tra queste, venendo allo specifico cinematografico, appare certo rilevante, almeno nell’ambito del territorio locrideo, quella messa in atto, per il quarto anno consecutivo, da Vittorio Zannino, titolare del “Cinema Vittoria” di Locri (RC), con la rassegna cinematografica denominata appunto I giovedì al Vittoria, giorno della settimana deputato per la proiezione di film che, relativamente a tematiche o modalità di realizzazione, non hanno trovato facile distribuzione, comprendendo anche opere di registi locali.
Dopo la proiezione de Il ladro di Vincenzo Caricari, ieri sera, giovedì 15 marzo, è stata la volta di Fuori tempo massimo, regia di Alberto Gatto, premiato nel gennaio 2010 al Reggio Calabria Film Festival, preceduto da un riuscito live che ha visto protagonisti il chitarrista Francesco Loccisano e l’attore Nino Racco, il primo dapprima in veste solista con la sua chitarra battente (Il volo dell’angelo) e poi come accompagnatore del secondo, il quale è riuscito con la consueta bravura e padronanza scenica, a rappresentare in pochi minuti la figura di Vincenzo Musolino, in ogni sfumatura ed ambiguità, riportando reali accadimenti storici.
Venendo al suddetto corto, la sceneggiatura di Luisa Bellissimo è incentrata sulla figura del giovane Simone (Lele Nucera), che conoscerà la dura realtà del carcere dopo una rissa sorta per futili motivi, con la speranza rappresentata dal figlio del quale la sua fidanzata è in attesa, che lo ispirerà a chiedere alla direttrice della casa circondariale il permesso di avviare l’iniziativa volta a scrivere un libro di fiabe per bambini, coinvolgendo anche gli altri detenuti: la regia di Gatto si rivela piuttosto efficace nella visualizzazione della vicenda, a suo agio anche nella rappresentazione di salti temporali esplicativi o dai toni onirici (il bambino che legge il libro ad inizio e fine del film).
Brevi stacchi all’interno della struttura carceraria, primi piani sui volti di persone ormai rassegnate ad essere isolate da quel mondo di cui hanno trasgredito le regole, tanto da un punto di vista strettamente morale che, più propriamente, giuridico, parallelismi tra la durezza miope delle istituzioni, la definitiva rassegnazione di chi non riesce più a nutrire alcuna speranza verso un’altra possibilità di vita e chi invece riesce a trasformare rabbia e rancore in una spinta propulsiva verso un diverso e possibile futuro: Fuori tempo massimo è certo un’opera riuscita, tanto tecnicamente (rimarchevole la fotografia di Bernardo Migliaccio Spina, bianco e nero negli interni, colore, neutro, quando la macchina da presa esce fuori dalle celle) che dal punto di vista dei contenuti, evidenziando l’idea della cultura come valido baluardo contro ogni stortura del sistema e forte stimolo alla crescita e al miglioramento di ogni ambiente sociale.
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Alberto Gatto (foto, Siderno, 1985), regista teatrale e cinematografico, è stato allievo per due anni dei corsi di regia e recitazione tenuti da Ugo de Vita presso Cinecittà Campus , la scuola diretta da Maurizio Costanzo, e si è diplomato nel 2009 in regia e sceneggiatura presso l’Accademia Nazionale d’Arte Cinematografica di Bologna. Inoltre è presidente dell’ associazione culturale Bird Production, con sede a Gioiosa Marina, volta alla produzione e divulgazione di attività cinematografiche, teatrali, musicali e culturali in genere.
Dopo l’attività di attore in numerosi spettacoli teatrali, nel 2005 dirige il corto Il tempo della mela e il suo primo mediometraggio, 160° Centosessantagradi, mentre tra il 2007 e il 2008 gira il corto Granosangue, con Massimo Dapporto ed Ugo De Vita, in ricordo dello zio Rocco Gatto, ucciso dalla ‘ndrangheta il 12 marzo del ‘77, cui sarà dedicato anche il successivo Il colore del tempo, patrocinato da Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie, oggetto di selezioni ufficiali e premi in festival nazionali ed internazionali, realizzato nel luglio del 2008, durante i lavori di restaurazione del murales anti-mafia di Gioiosa Jonica, con protagonisti Ulderico Pesce, Renato Scarpa e Nino Racco.
Sempre nel 2008, dopo lo spettacolo Parole di terra, avvia lo studio di un nuovo progetto, Grido dentro, sulle vittime dell’ignoranza, dove quest’ultima rappresenta il denominatore comune del mancato rispetto dei diritti umani, che lascia sul campo numerose vittime, il tutto rappresentato da un particolare incontro tra musica, cinema e teatro. Tra le ultime realizzazioni, il corto, prodotto da Minerva Pictures, Fuori tempo massimo, i videoclip musicali Il sipario ,di Manuela Cricelli e Il volo dell’angelo, del chitarrista Francesco Loccisano.