I giurati di Creep Advisor: Yuri Abietti

Creato il 26 gennaio 2015 da Visionnaire @escrivere

I giurati di Creep Advisor

Il concorso Creep Advisor vi è già stato presentato (QUI trovate il bando completo), ma quello che non sapevate è che a selezionare i testi sarà una giuria d’eccezione. Abbiamo scelto per voi sette autori di storie dell’orrore, uno più interessante dell’altro!

Ve ne presenteremo uno alla volta.

Dopo Danilo Arona, Diego Di DioAlain Voudì e Sergio Oricci, proseguiamo con:

YURI ABIETTI

Nato nel 1971 a Torino e residente a Milano. Scrive racconti e canzoni, canta nel gruppo neo-prog di ispirazione Lovecraftiana “Silver Key” .

I suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista Altrisogni, ha vinto il primo premio al concorso “Nel Buio” e il premio speciale Altrisogni per il “Crawford”, è anche autore di libri (come “Creepypasta”) e coordinatore di microprogetti editoriali.

Abbiamo scoperto questo autore grazie all’antologia di racconti horror targata Altrisogni: Ore Nere. Che abbiamo recensito molto positivamente qui. Di lui e del suo racconto abbiamo detto:

La prima storia, Il quadro, spicca sulle altre per la chiusa ben congegnata, letteralmente “da brividi”. L’autore è riuscito in un’unica battuta a dare la stoccata finale e definitiva a una storia già interessante.”

E ancora: “Un tema usato spesso, quello del dipinto “vivo”, ma che l’autore ha saputo padroneggiare mettendoci qualcosa di nuovo. Le descrizioni oniriche sono molto vivide e ben calibrate, non danno la sensazione di star leggendo qualcosa di già visto; c’è un’interazione con l’artefice delle vicende narrate che dà una svolta al finale, e fa di questo racconto un piccolo gioiello.”

Ecco per quale motivo abbiamo scelto Yuri Abietti come nostro giurato. Sarà sicuramente capace di giudicare i racconti che giungeranno per Creep Advisor, notando quei particolari che possono fare di un testo una storia davvero interessante.

I suoi ultimi lavori:

- CreepyPasta

Titolo: Creepy Pasta

Autore: Yuri Abietti, con illustrazioni di vari autori

Editore: Dbooks.it

Formato: Cartaceo ed ebook

Prezzo: 10,63 euro, il cartaceo; 2,90 euro, l’ebook

Trama:

Nate nei meandri più oscuri della rete, le storie di questa raccolta non hanno un autore specifico e si sono diffuse tramite il “copia e incolla” (copy-paste) dei lettori di forum e comunità online. Il loro unico scopo è quello di spaventare e scioccare il lettore e la loro diffusione le ha rese un vero fenomeno mediatico del nuovo millennio. Yuri Abietti, in questa compilation di orrori, ha raccolto, selezionato e tradotto alcune delle Creepypasta più terrificanti e divertenti, illustrate da autori di grande talento come Daniele Aimasso, Piercarlo Carella, Pier Martilotti, Domizia Parri, Giacomo Rabufetti, Davide Scianca e Mattia Zoanni.

Una serie di flash da brivido che non mancherà di colpire gli amanti delle leggende metropolitane e delle storie più tetre.

- Il quadro, racconto edito nell’antologia Ore nere (dbooks.it in collaborazione con Altrisogni).

Titolo: Ore Nere

Editore: dbooks

A cura di Christian Antonini e Vito Di Domenico, rivista Altrisogni

Formato: ebook e cartaceo

Prezzo: €2.90 l’ebook, €9.90 il cartaceo

Presentazione dell’antologia (dal sito dello store online):

Molte cose possono accadere durante le ore nere: i morti camminano, i demoni percorrono la Terra, le peggiori minacce si tingono di sangue e l’impossibile irrompe nel quotidiano. In Altrisogni presenta: Ore nere troverete otto frammenti di buio, otto rintocchi inquietanti, uno per ciascuna delle ore più oscure della notte, dal tramonto del sole fino al sorgere di un nuovo giorno. Ecco cosa vi aspetta tra queste pagine: frammenti di materia di cui sono fatti gli incubi, selezionati e curati per voi dalla redazione di Altrisogni – Rivista digitale di horror, sci-fi e weird. Tra le opere presentate spicca il racconto vincitore del Premio Speciale Altrisogni e finalista del Premio Letterario “F. M. Crawford”: Il quadro, di Yuri Abietti. Eterogenee per temi, contenuti e stili di scrittura, le otto opere selezionate sono l’efficace risultato di un attento lavoro di scrittura e revisione, e sono firmate da alcune delle penne più interessanti della nuova narrativa di genere italiana.

Intervista

Ecco l’intervista che gli abbiamo fatto e le risposte di Yuri:

1) Cominciamo con una domanda che abbiamo posto a tutti i nostri giurati. Recentemente sul nostro forum ci siamo chiesti: da dove nascono le idee?

Neil Gaiman, in questo articolo parla di confluenza e sogni a occhi aperti.

Ora questa domanda la giriamo a te: da dove pensi nascano le idee? E, soprattutto, da dove nascono le tue?

Permettetemi di cominciare con i saluti ai lettori del sito e con un ringraziamento per aver pensato a me come giurato in questo concorso, nonché per lo spazio che state dedicando a tutti gli autori! La domanda “da dove nascono le idee” è una delle più chieste a chi scrive (o compone) ed è una delle più difficili a cui rispondere. Penso che Neil Gaiman abbia centrato dei punti interessanti e, personalmente, ritengo che lo spunto iniziale di una storia sia un processo in larga parte inconscio. Forse, proprio per questo risulta così difficile avere una risposta netta e precisa. Le mie idee nascono, temo, da… Tutto! Da un certo spirito di osservazione degli accadimenti quotidiani, dalle letture che si fanno, dai film o telefilm che si vedono, dalle persone che si incontrano, da un taglio critico con cui si guarda la società e la vita che conduciamo. Solo quando questo germoglio sbuca dall’humus del subconscio arriva la mente cosciente e razionale a ordinarlo, tagliarne qualche rametto, innaffiarlo e farlo crescere come un piccolo bonsai cerebrale. Il processo della scrittura (ma, in generale, di ogni atto creativo) è molto complesso e fiumi di inchiostro sono stati scritti in merito da persone più qualificate e preparate del sottoscritto. Riuscire a condensare tutto ciò in una risposta sufficientemente concisa è un compito che va ben oltre le mie capacità!

2) Sul tuo blog si può leggere che fai un tipo di musica che potremmo definire “neo-prog”, che trae ispirazione da autori quali H. P. Lovecraft e Robert W. Chambers. Ti va di parlarci un po’ di questi tuoi progetti che accomunano musica e letteratura?

La scelta di uno stile “progressivo” di rock deriva in parte dal mio amore per il genere e in parte per le caratteristiche narrative di questo particolare modo di fare musica. Vedo nel prog la possibilità di raccontare delle storie sia tramite i testi sia tramite le musiche. Nel nostro primo album, ad esempio (“In the Land of Dreams”, Ma.Ra.Cash 2012), c’è una lunga suite che racconta una storia parzialmente ispirata dai racconti dei due autori che hai giustamente citato. Lo spunto creativo è stato quello, ma poi quelle atmosfere si intrecciano con sogni e incubi più personali, con esperienze soggettive, che ho cercato di rendere seguendo lo schema narrativo classico del “Viaggio dell’Eroe”. Il protagonista viene strappato suo malgrado a un apparente equilibrio, deve scendere negli inferi, sia “fisici” (rappresentati dalle fogne in cui scappa accompagnato dal suo “bambino interiore”) sia “mentali” (quando ricorda i suoi viaggi nelle Terre dei Sogni), infine risolve il suo conflitto interiore capendo delle cose su se stesso ed uscendo arricchito dall’avventura. Come sempre capita a questi eroi, tornare indietro è impossibile, poiché quando cambiamo gli occhi con cui guardiamo il mondo stiamo cambiando anche il mondo stesso. Questa possibilità di intrecciare interessi letterari e narrativi, musicali e anche grafici (rappresentando visivamente i temi delle canzoni) è abbastanza tipico di questo genere di rock e io trovo che sia una sfida molto stimolante.

3) Secondo te, per scrivere una buona storia horror è più importante cercare argomenti innovativi o dare una nuova interpretazione a quelli vecchi?

Trovare temi innovativi non è certo impossibile ma è sicuramente molto, molto raro e difficile. Sono pochissimi gli autori che hanno saputo davvero rivoluzionare il genere con nuovi temi – lo stesso King ha compiuto molto di più operazioni di re-interpretazione dei temi già ampiamente esplorati dagli autori che lo hanno preceduto. Lovecraft, in questo senso, è stato uno dei pochi autentici innovatori del secolo scorso e ha aperto la strada con le sue opere a tutto l’horror moderno, almeno dal punto di vista del media letterario. Personalmente, non coltivo la presunzione di riuscire a scoprire nuovi territori inesplorati da descrivere nei miei racconti e mi limito umilmente a rimaneggiare gli stessi ingredienti proponendo le mie ricette.

4) Parlaci un po’ dei tuoi lavori futuri. Cosa possiamo aspettarci prossimamente, sia nel campo editoriale che in quello musicale?

Sto continuando a seguire il progetto di #micronarrativa su Facebook, con un folto gruppo di amici e colleghi autori davvero fantasiosi e originali. Abbiamo già pubblicato due raccolte di microracconti a tema, uno su Halloween e uno sul Natale, e stiamo ultimando la prima raccolta di #microfantascienza, che vedrà la luce su tutti gli “store” online nelle prossime settimane. Inoltre, con i Silver Key, stiamo finendo testi e arrangiamenti per il secondo album, che dovrebbe uscire entro questa primavera, che si chiamerà “The Screams Empire”, avrà un filo conduttore più fantascientifico (rispetto al primo album, che aveva un sapore più “fantasy/horror”) e temi di critica sociale e politica. Dal canto mio, come scrittore, ho terminato da poco un romanzo breve che dovrebbe essere il primo di una saga (l’ispirazione è la stessa, peraltro, che ha portato al primo album della band e di cui ho già parlato) e sto cercando un editore che sia interessato al progetto. E poi continuerò a scrivere racconti e a osservare con grande interesse la scena dei nuovi autori auto-prodotti che si sta creando, un ambiente ricco di persone estremamente preparate, professionali e creative.

5) Qual è la “figura orrorifica” che preferisci, tra le tante di cui si è parlato nei secoli?

I fantasmi sono un fenomeno che mi ha sempre affascinato, fin da bambino. Sono totalmente scettico in materia e non credo in nulla di sovrannaturale, ma non posso fare a meno di essere particolarmente spaventato da queste figure diafane e misteriose. Posso vedere film di possessioni demoniache o di serial killer senza battere ciglio, ma provate a farmi rivedere “The Others” da solo in casa la sera e mi vedrete contorcermi sulla sedia come un ragazzino. Non so perché, ma è così. Non trovo particolarmente affascinanti i vampiri – ritengo che Anne Rice abbia detto tutto ciò che c’era da dire nella rivisitazione moderna della figura – né lupi mannari – che sono diventati, a quanto pare, più l’oggetto di fascinazione adolescenziale femminile che non i mostri sanguinari e incontrollabili che erano un tempo, o altre figure “classiche”. Mi inquieta moltissimo un’altra figura, che infatti ho usato sia nel disco che nel libro che ho finito di scrivere, che è quella dell’Uomo Magro… non è una figura universalmente riconosciuta eppure la descrizione di una creatura nera e filiforme, simile a un’ombra lunga, che si muove ai limiti della percezione visiva è qualcosa che ritorna in tantissimi racconti e in molte culture (basti pensare al fenomeno dello Slenderman recentemente comparso in rete). Io, per un certo periodo, ho sperimentato in prima persona le visite di questo essere inquietante e ho pensato bene di esorcizzarlo “bloccandolo” nei miei sforzi letterari e musicali. Sicuramente, si tratta solo di casi di “pareidolia” o di errori di interpretazione nella visione periferica, tuttavia un incontro ravvicinato con il “Gaunt Man” – come viene chiamato nell’album – è una cosa decisamente snervante. In generale, mi inquietano lo cose misteriose e che non hanno una spiegazione chiara, le ombre, le figure innaturali, gli accadimenti inspiegabili. I mostri troppo radicati nella tradizione perdono di fascino proprio perché troppo noti e “spiegati” in ogni minimo dettaglio.

6) Se dovessi scegliere 5 libri horror da salvare dall’Apocalisse Zombie (per restare in tema horror), quali porteresti con te?

Ah, questa è una domanda davvero difficile. Uno dei libri da salvare, secondo me, è sicuramente “It” di Stephen King. Il volume con le opere complete dei “Miti di Cthulhu” di Lovecraft non può certo mancare, così come non potrei mai lasciarmi dietro l’antologia di storie di fantasmi di M. R. James (“L’acquaforte” è stato uno degli spunti di ispirazione per il mio racconto “Il Quadro”, mentre “Fischia e verrò da te” è uno dei miei racconti horror preferiti di sempre). Salverei, probabilmente, “The Ring” di Koji Suzuki – più volte portato al grande schermo con alterne fortune – per l’originalità della trama e delle trovate narrative. Infine, anche se non è esattamente un romanzo horror – almeno non solo – mi porterei dietro certamente una copia di “Casa di Foglie” di Mark Z. Danielewski, uno dei libri più incredibili, originali e sconvolgenti che abbia mai letto.

7) Altra domanda che stiamo ponendo a tutti i giurati: quali sono, secondo te, gli accorgimenti da seguire per scrivere una buona storia horror? Dai qualche consiglio agli autori che intendono partecipare al nostro concorso.

Se un romanzo è un film, un racconto può essere una puntata di “Ai confini della realtà” o addirittura un videoclip, uno spot televisivo. E in uno spazio narrativo così breve, tutto deve essere costruito attorno a una singola idea forte. I colpi di scena sono una cosa importante ma non devono essere ricercati a tutti i costi: l’atmosfera è la caratteristica distintiva di una buona storia di paura, a mio parere. Se mentre leggo comincio a sentire una certa inquietudine, allora so che l’autore mi sta portando da qualche parte e vengo agganciato pagina dopo pagina. Ogni storia è diversa, naturalmente: alcune si basano quasi solo sul colpo di scena finale, altre sull’atmosfera, altre su uno o più personaggi particolari o su una situazione insolita. Ma credo che, soprattutto nell’orrore, la cosa da evitare come la peste sia la noia. La noia è il peccato capitale dell’horror: un racconto (o un libro o un film) possono avere moltissimi difetti, ma se risultano noiosi sono decisamente un fallimento da parte dell’autore. L’altra cosa da evitare sono i luoghi comuni, per il semplice motivo che impediscono qualsiasi forma di meraviglia e di interesse e fanno ripiombare nella noia. Quale che sia il genere, la cosa importante è essere sinceri e onesti e avere qualcosa di personale da aggiungere al tema che si sta trattando.

Grazie ancora per lo spazio e per avermi selezionato come giurato e in bocca al lupo a tutti gli autori!

Ringraziamo di cuore Yuri per essersi reso disponibile a collaborare al nostro progetto e ricordiamo a tutti che il 30 gennaio, allo Spazio Senza Tempo a Milano, ci sarà una presentazione dell’antologia Ore nere con gli editori e un po’ di autori. Non mancate!


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