I grandi film del 2013: la classifica di Francesco

Creato il 06 febbraio 2014 da Filmedvd

I migliori film del 2013: ma c’è davvero bisogno di questa classifica? Nell’epoca in cui grazie al digitale ogni spettatore può creare un proprio percorso di fruizione personale legato ai propri gusti, esigenze o semplici capricci del momento, ha ancora senso lasciar decidere al vetusto “calendario cinematografico” dei distributori italiani, che sempre meno corrisponde al nostro personale, quali film includere e quali escludere dalla Top 10 dell’anno solare? Viviamo in un’epoca “fluida” in cui, se le possibilità tecnologiche di archiviare e immagazzinare informazioni sono sempre più elevate, la loro disponibilità ubiqua rende sempre più difficile ordinarle, catalogarle e dotarle di senso.

È per questo che, rispondendo alla domanda di cui sopra, abbiamo sempre e comunque bisogno di certezze che ci aiutino a fare ordine nelle nostre sempre più complicate vite di fruitori di contenuti audiovisivi. E anche quest’anno, una classifica del “best of” dell’anno passato ci rassicura un po’, ci aiuta a fare ordine, a recuperare cosa si è perso e a rendere l’esperienza di spettatori sempre e comunque condivisa. Ecco perciò quali sono i film che chi vi scrive ha ritenuto più belli e meritevoli tra quelli usciti nelle sale nell’anno solare 2013: con tanto bel cinema europeo, tanto bell’indie made in Usa e le solite conferme di casa nostra. Con onore ai tanti esclusi ma comunque meritevoli (Solo Dio perdona, Buon anno Sarajevo, Blue Jasmine, Frankeweenie, Philomena, Django unchained, Flight, Prisoners, The impossibile, Monsters University, Viva la libertà…) e agli esclusi appunto per ragioni di calendario, come il bellissimo Frances Ha, che si candida seriamente per l’anno appena cominciato.

10. LA MIGLIORE OFFERTA

Giuseppe Tornatore confeziona un apologo morale dall’impianto narrativo fortemente teorico sul dualismo realtà / finzione, incentrato su un uomo ossessionato da arte e bellezza e incapace di vivere e comprendere la vita vera, che si ritrova per questo ad abitare inconsapevolmente un mondo di finzione. Un film denso e coinvolgente che trasuda passione artistica e cinefila da ognuna delle sue splendide inquadrature. Bravissimo e intenso Geoffrey Rush.

9. LA GRANDE BELLEZZA

La grande bellezza di una Roma magica e fuori dal tempo contrapposta alla grande bruttezza e alla vacuità interiore dell’umanità alto-borghese che popola le terrazze e i salotti ricchi della città. Un affresco cinico e grottesco, sospeso nel tempo come la “dolce vita” felliniana che omaggia. Con un grande Toni Servillo.

8. NOI SIAMO INFINITO

Uno dei migliori teen-movie di sempre, sempre che definirlo così non sia riduttivo. Tratto da un romanzo cult generazionale, un coming of age che scava nei turbamenti, nei dolori e nelle speranze di giovanissimi outsider, raccontando un improbabile intreccio di amore e amicizia con un approccio che evita qualsiasi stereotipo caratteriale o classista. Un film che tocca corde da tanto sopite, soprattutto nell’ambito del suo genere di appartenenza, e che si fa semplicemente amare per l’empatia che si crea tra i personaggi e lo spettatore stesso. Colonna sonora irresistibile con effetto nostalgia immediato.

7. LE STREGHE DI SALEM

Rob Zombie mette da parte per un attimo le contaminazioni western contro-culturali anni ’70 del suo magnifico dittico La casa del diavolo e La casa dei mille corpi per darsi ad un horror stregonesco dal timbro classicheggiante. La messa in scena ruvida e sporca (quella sì anni ’70), l’atmosfera plumbea e malsana e il ritmo lento ma avvolgente fanno del film di Zombie una discesa negli inferi dalla notevole resa visiva, con un finale coraggioso e psichedelico che sfocia nella videoarte. E il leit-motiv musicale delle streghe di Salem è davvero inquietante. Un horror-rock psichedelico da non perdere.

6. GRAVITY

La disavventura nello spazio di un’astronauta diventa la metafora di una rinascita fisica e mentale. Il blockbuster di Alfonso Cuarón è un film spettacolare per il realismo di una messa in scena che rivoluziona il genere spaziale. Ma la vera anima del film è il suo umanesimo, un cuore caldo che riscalda il gelo dello spazio e di una tecnologia disumana. Avvincente e con una Sandra Bullock sofferente e bravissima. Emozionante.

5. RUSH

Il filmone hollywoodiano che aspettavamo nel 2013. Un dramma sportivo dal timbro europeo per ritmo, fotografia e messa in scena, che racconta ascesa e declino sportivo dei campionissimi Niki Lauda e James Hunt. Magistrale sceneggiatura di Peter Morgan, grande interpretazione di Daniel Brühl nei panni di Lauda: non dimenticheremo tanto facilmente il suo personaggio e la sua “faccia da topo”. Il film parte come un diesel ma poi non si ferma più: Cinema con la C maiuscola per quello che è probabilmente il miglior film di Ron Howard.

4. NELLA CASA

Il film di François Ozon è una metafora fin troppo lampante sul potere dell’affabulazione narrativa, un gioco di prestigio meta cinematografico / letterario di gran classe in cui è proprio lo spettatore stesso il primo a cascarci. È infatti impossibile resistere alla finezza narrativa e alla bravura degli interpreti in quello che è senza dubbio il divertissement cinefilo dell’anno (e non solo).

3. THE MASTER

Paul Thomas Anderson si ispira lontanamente alla figura del leader di Scientology per mettere in scena la storia di una coercizione, di una “colonizzazione spirituale”, in un film illuminato da un immenso Joaquin Phoenix e da un viscido Philip Seymour Hoffman, nella sua ultima grande prova. Un film denso, crudele e dotato di una forza visiva ed espressiva da grande classico.

2. ZERO DARK THIRTY

Kathryn Bigelow sfodera il suo capolavoro: la caccia a Bin Laden dell’agente Maya diventa un’ossessione, quasi una malattia cangerogena capace di divorare ogni cosa. Il film è paradossalmente spettacolare proprio per il suo rigore e per la sua anti-retorica quasi programmatica. L’impossibilità di vedere, il buio più totale attanagliano tutto e tutti: non a caso è il buio il protagonista assoluto della sequenza conclusiva, che definire memorabile è poco. Quel che rimane, dopo, sono i cocci da rimettere insieme e un’identità da ritrovare, forse la cosa più difficile.

1. LA VITA DI ADÈLE

L’educazione sentimentale di Adèle, una timida e incerta quindicenne che si scopre attratta dalle donne e si innamora perdutamente della bella Marianne dai capelli blu. Il film vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes è una bellissima e tenera storia d’amore tra due giovani donne, raccontata dallo sguardo asciutto e assolutamente privo di filtri di Abdellatif Kechiche, che dipinge, o meglio fotografa, il film più realista, più vero dell’anno, con un’empatia per le sue protagoniste che ha dello straordinario. Bello, bellissimo, tre ore di pellicola velocissime che sembrano continuare anche dopo i titoli di coda, nella nostra vita.


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