I giorni delle feste mettono una certa pigrizia al pescatore, sarà il freddo, saranno le mangiate, fatto sta che l’idea di prendere trote in un laghetto con la stessa facilità con cui puoi prender canditi in un panettone sembra allettante. Se poi qualcuno ti dice che a un’ora e mezza di macchina c’è un posto molto bello con acque pure e trote più grandi dello zampone di Capodanno, allora metti il cappotto da lucci nell’armadio e ti prepari per la gita al laghetto. La scusa è pronta: si pesca solo a mosca e dobbiamo fare pratica in vista dell’imminente apertura. (Ancora due lunghissimi mesi!) <Ma questa laghettata è l’ultima dell’anno! Giurin-giuretta non lo facciamo più!>Sono anni che nelle chiacchiere tra pescatori ogni tanto sento saltar fuori il nome del lago Mittag in Ossola. Il primo a parlarne all’Anonima fu il mitico “Ruccio” mentre pescavamo con lui sul Toce ci suggerì di fare pratica a mosca in questo laghetto vicino a casa sua. Poi ne ho letto recensioni su altri siti, in primis Pipam. Più di recente l’amico Davide Marzorati, “Dimazorza”, il patron di FlyStore.it ci ha invitato a provare mosche ed attrezzatura moschifera in questo bel posto… Finalmente l’altro ieri abbiamo deciso di andare a farci due lanci!
L’Anonima non ama i “lago-pago”, anzi, cerca di evitare tutto l’anno questo tipo di pesca, preferendo ad essi “acque vere” con pesci il più possibile selvatici o “inselvatichiti”. Meglio un cappotto autentico che catture false! Fa eccezione la tradizionale pescata di Natale e qualche sporadica capatina in riserve invernali quando la pesca alla trota è chiusa ma la voglia di fare due lanci è incontenibile.
Devo ammettere che l’esperienza Mittag è diversa da una qualsiasi pescata in laghetto, certo per i puristi il concetto è identico, ma nella pratica qualcosa è diverso. La differenza la senti già quando segui l’autostrada per Gravellona Toce e sali verso Domodossola, attorno a te vedi montagne, boschi e vette imbiancate di neve. Parcheggi l’auto a cento metri dal Toce e molto vicino al lago, ma non sulle sue sponde come altrove. Due passi sul prato e apri la porta dello chalet, ti accoglie una bellissima ragazza sorridente in un ambiente spartano ma arredato con gusto con pesci in legno, vecchie foto di catture, canne da mosca alle pareti, posa cenere a forma di trota etc. etc. Sembra una “Fishing Cabine” dei paesi del Nord. Mentre bevi il caffè vedi oltre i vetri delle grandi finestre spaventose bollate in mezzo al lago e scopri che la bella ragazza è anche una provetta pescatrice… a questo punto vacilli: in bilico tra la voglia di pescare e il desiderio di chiedere la mano a questa fanciulla! L’ingresso del suo ragazzo, che gentilmente ti spiega le regole del lago, ti fa scegliere la prima opzione, così monti la canna, rigorosamente coda galleggiante e amo singolo senza ardiglione.
A pesca l’altro ieri eravamo io, Francis, Ale Negri con due amici e, per qualche ora, l’amico Raffaele Mascaro, uomo G-Loomis. Raffaele arriva, ci spiega un paio di trucchi, lancia con straordinaria eleganza e precisione i suoi Spey Cast e prende subito una trota. Alessandro si esibisce in lanci di 15/20metri con una canna da dimostrazione di 4 pollici coda 6… una specie di antenna radio con il mulinello legato con nastro adesivo… in breve allama diversi pesci e una ciccio-iridea enorme a streamer gli piega la canna ad U, anzi, quasi a O! Ma la trota è comunque presa e fotografata. Il lago è letteralmente tappezzato di trote iridee, fario e salmerini, la taglia media è decisamente generosa, le più piccole sono sui 30 cm ma sono moltissime le mega-ciccione over 50 cm.
Ale e la sua “cannetta” in lotta!
Pesci molto ben pinnati ed in grande forma; il segreto è che non vengono allevati in vasca, ma vengono tenute in un canale/torrentino che scorre veloce accanto ai laghi con acqua pulita e in un ambiente piuttosto naturale: piccoli canneti, ciottoli, rive erbose e correntine. Il lago stesso, o meglio i 4 laghetti collegati tra loro che formano il Mittag, è di acqua limpida e fondali puliti e ciottolosi, le sponde facili in erba rendono agevole slamare le catture. L’adrenalina resta sempre alta perché quasi ad ogni lancio vediamo trote o salmerini seguire o scartare le nostre esche. Alcune di queste balene arrivano ad un millimetro dall’esca e poi virano all’ultimo… segno che, anche se il lago è pieno di pesci, fare catture non è così facile! Infatti all’una, quando decidiamo di andare a pranzo, Alessandro ne ha prese diverse, io solo una bella fario e Francis ancora nulla… molti i pesci persi da entrambi, tra cui un salmerino sui 55/60 cm!
Mittag offre piatto di salumi e formaggi oppure le sue strepitose trote, affumicate al momento, con contorno di patate al cartoccio: eccezionale! Tavolata di pescatori e birra a go-go, si sta davvero bene! Arriva anche il mitico Ruccio a fare due chiacchiere, passa anche Max Ghibaudo che ci porta zollette di zucchero immerse in grappa aromatizzata con vaniglia del Madagascar e scorze di limone di Sorrento: strepitosi! In breve il nostro tasso etilico si impenna, le zollette finite e la grappa scolata. Torniamo a frustare le code e sembra esserci più attività, Francis arriva a quota 3 pesci, con due belle fario e una iridea cicciona con uno streamerino nero, Ale continua a fare furore con tecniche miste, io allamo una fario mastodontica usando un’esca davvero poco nobile: ovetto sintetico; però il finale 0,16 si spacca quando la mega-fario stimata sui 3kg decide di saltare e schiantarsi in acqua. In questo posto tutti si divertono, la natura intorno è bella, i pesci sono tanti ma grazie al C&R sono piacevolmente “sgamati”, purtroppo in questo periodo prenderli a secca è assai improbabile ma ci si può sbizzarrire in altre tecniche. Verso le 4 prendo un’iridea modesta, ma mentre la recupero una grossa le nuota sotto incuriosita, come si farebbe su lampughe o tunnidi, Ale lancia sotto con lo streamer e la cicciona si avventa: doppio strike!
E’ quasi buio, pioviggina, mentre decidiamo di andare via vedo il bianco della mia esca sommersa sparire sotto un’ombra scura, ferro: c’è! Un’ultima iridea di taglia generosa mi diverte. Un’ora e mezza e siamo a Milano.
I pesci presi qui non possono certo contare come record, se non ci fosse un report da fare, eh eh eh, forse non si dovrebbero nemmeno fotografare: è ovvio che è comunque un laghetto artificiale riempito di pescioni, ma almeno è un’esperienza piacevole ed un buon modo per allenarsi e migliorare nella tecnica nei periodi in cui la nostra pesca preferita è chiusa. Noi Anonimi non cambiamo idea sulla pesca in laghetto in generale, ma questo è un posto in cui tornare volentieri quando la stagione della trota è chiusa!
Rock’n'Rod
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Fly Fisher Mittagsee
Regione Boschetto, 23
28845 Domodossola – VB
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