I Jethro Tull secondo Augusto-3° appuntamento

Creato il 30 agosto 2012 da Athos Enrile @AthosEnrile1


Terzo atto della serie “L’angolo di Augusto”.
UNA COLLANA DI PERLE
Marzo 1973: i Jethro Tull tornano per la terza volta in Italia (il primo concerto in assoluto nel Bel Paese era stato quello del 1 febbraio 1971 al Teatro Smeraldo di Milano). Cinque date: il 15 a Vicenza, il 16 a Roma, il 18 e 19 a Bologna, il 20 a Milano. Prima della serata romana (foto iniziale), intervista a Ian di un ignoto giornalista. Le domande denotano un certo provincialismo (visto, tra l’altro, che il progressive rock nostrano era già da due anni abbastanza in auge, con gruppi come la PFM, il Banco di Mutuo Soccorso, i Delirium, gli Osanna ed altri ancora) ma la preziosa teca RAI ci restituisce un momento della storia dei JT che ci tocca da vicino e che molti di coloro che seguono Itullians certamente ricorderanno ...
L’interprete, un po’ approssimativo per la verità (si prende persino la libertà di dire che JT è un nome di fantasia quando già si sapeva dell’omonimia con l’agronomo inglese del XVII° secolo), è Bernardo Lanzetti, in seguito cantante della PFM e nel 2011 sul palco proprio con Anderson come guest star.
LP (Luoghi e Personaggi)
Dun Ringill (dall’album Stormwatch, 1979): uno dei brani acustici più noti ed apprezzati della maturità artistica dei JT. Il titolo fa riferimento ad una fortificazione costiera dell’età del ferro nella penisola di Strathaird, sull’isola di Skye, nelle Ebridi scozzesi.

Sono, infatti, gli anni (1978-1994) in cui Ian e Shona (con i figli James e Gael) vivono per molta parte dell’anno proprio a Skye, dove hanno impiantato un allevamento di salmoni. Gli Anderson sono in quel periodo proprietari della Strathaird Estate, 15.000 acri che comprendono la Kilmarie House, dove la famiglia risiede. Ceduta poi al John Muir Trust, la tenuta è a poche centinaia di metri proprio dalle rovine di Dun Ringill.
IPSE SCRIPSIT-DIXIT [...] to take the horns by the bull [...] da Saboteur  (album Under Wraps, 1984). Prendendo le corna per il toro Ian ritorna a certi nonsense linguistici, tra ironia e puro divertissement logico/semantico, che già avevano caratterizzato molta della sua scrittura precedente (basti pensare a Thick As A Brick, dove l’influenza dello humour surreale dei Monty Python era evidente). In questo invertire i termini di proverbi e modi di dire codificati, Anderson ha, senza saperlo, un grande predecessore in Italia: il sublime Totò di parli come badi e ogni limite ha una pazienza, e di…


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