I Keane Ritornano Portandoci su “Strangeland”

Creato il 19 giugno 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il giugno 19, 2012 | MUSICA | Autore: Bianca Tornatore

Welcome to the Strangeland, dove il trucco c’è ma non si vede. Una chitarra inesistente ed un numero 4. 4 come Tom, Richard, Jesse e Tim. 4 come gli anni trascorsi dal loro ultimo successo “Perfect Simmetry”. 4 come quarto album. 4 come 4 maggio, data scelta da Tom Chaplin e gli altri per l’uscita di questo nuovo strano mondo. Di certo non sono i Keane del leggendario “Hopes and Fears” e di pezzi entrati a far parte della cultura pop rock dell’ultimo decennio; qui non troverete note di dolce e leggera malinconia di una “This Is the Last Time” o il pàthos della vecchia “Everybody’s Changing”, ma un ritorno alle vecchie sonorità anche se un po’ cambiate, quello sì. A spalancarci le porte è “You Are Young”, prima traccia, non a caso, fresca dolce e genuina che quasi ti fa venir voglia di alzarti ed urlarlo quel you are young, perché giovani prima o dopo, dentro o fuori, lo siamo sempre un po’ tutti. Segue “Silenced by the Night” primo singolo estratto dall’album, meritevole ma che ricorda molto lo stile The Killers e “Disconnected”, il secondo singolo; una classica canzone da momenti bui, porte chiuse a chiave, camere vuote, foto e diari. 10 e lode a “Watch How You Go” e “On the Road” che riprendono molto il vecchio Chaplin e si accostano alle sempre piacevoli sonorità “beatlesiane”; ancora sognanti, reduci dalla traccia numero 4, ovvero “Watch How You Go”, funge da pausa caffè la frizzante “Sovereign Light Café”, pezzo vincente dell’album, estratto e strapassato in radio alle soglie dell’estate 2012 ormai alle porte, rievocante le notti in spiaggia, i falò, la voglia di farcela e di cambiare; con un sound carico, sempre in stile Keane, ci fa venir voglia di raggiungerli prontamente sulla North Trade Road con tanto di voglia di scappare.

Tutte armonie un po’ spezzate da “Day Will Come” o “In Your Own Time” che fanno pensare a quelle canzoni che presto dimenticheremo. L’album si riprende con “Neon River”, pezzo che sembra esser stato rinvenuto da un vecchio LP anni ’80, che fa sempre piacere risentire oltre a “Black Rain” e “Sea Fog”, due ballate romantiche che non aspettano altro che essere dedicate. Se ci fosse da dare un voto sarebbe un 7+. Niente male per una band che si sta ancora riprendendo dai problemi di alcol e droga avuti dal frontman Tom Chaplin, problemi che hanno condizionato la vita di tutti gli altri membri. Nasce da qui probabilmente l’idea di trovarsi qualcosa da fare, di tenere le menti occupate e crederci ancora, in quel gruppo che nel 2004 con il disco di classe “Hopes and Fears”, si era conquistato un posto d’onore nel panorama musicale con un Tom Chaplin dalla voce nuova e limpida, un basso perfetto, una batteria essenziale ed una chitarra che tutti stanno ancora cercando. Quella novità che li fece volare in vetta alle classifiche e che oggi cercano di reinventare per darsi una seconda possibilità. Di certo “Strangeland” nel tempio della musica, non troverà un posto proprio accanto all’album del 2004, ma sicuro sarà sempre un gradino su rispetto al piccolo passo falso del 2006 (“Under the Iron Sea”), costato alla band qualche fan, che oggi gli avrebbe dato molta più credibilità o che avrebbe atteso con molta più impazienza questo nuovo lavoro. Ma i Keane dimostrano ancora di meritare fiducia. Non sarà uno dei migliori dischi di sempre, ma come direbbe Tom, in fin dei conti everybody’s changing… no?



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